La Relazione al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia per il periodo dal 1° Luglio al 31 dicembre 2009 conferma le denunce di Roberto Saviano sulla forte crescita della economia mafiosa nelle regioni settentrionali.
La stessa Relazione, però, non fa alcun accenno al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite che la camorra investe in edilizia o in attività commerciali a Benevento e provincia, come hanno più volte spiegato alcuni autorevoli magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della Campania.
Nel 2009, nell’ambito di un’operazione di polizia che ha portato in carcere 100 affiliati al clan Amato-Pagano, noto anche come “scissionisti”, fu arrestato per riciclaggio anche un funzionario di Banca beneventano, ma l’attuale relazione della DIA non fa alcun riferimento alle attività illecite di quel gruppo criminale nel Sannio. E’confermato invece lo stretto legame tra il clan dei casalesi e i Pagnozzi, attivi soprattutto in valle caudina e dediti al traffico di armi e droga, mentre emerge il rapporto tra il gruppo PISCOPO di Benevento e il clan casertano dei MASSARO.
Ecco il testo della relazione della DIA sulla presenza della malavita organizzata nella città di Benevento: “Il sodalizio criminoso di maggiore spessore, è riconducibile al gruppo degli SPARANDEO, principalmente dedito al traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni. In tale ambito, recenti indagini hanno fatto emergere il chiaro coinvolgimento dei vertici del gruppo SPARANDEO in alcune vicende estorsive consumate nel beneventano. [….]
Ciò posto, va rilevato che a Benevento operano altri sodalizi che, in termini criminali, sono ritenuti meno qualificati poiché costituti da un esiguo numero di partecipanti ed affiliati. Si tratta, per lo più, di gruppi guidati da pregiudicati che hanno fatto parte del più rappresentativo sodalizio SPARANDEO, ma che comunque permangono nell’orbita del medesimo circuito criminale.
Si citano:
– il sodalizio SPINA, dedito soprattutto all’usura ed al traffico di stupefacenti;
– il gruppo TADDEO che nel semestre in esame ha continuato ad operare nel mercato criminale dell’usura, così come è emerso nel corso delle indagini conclusesi il 21 luglio 2009 con l’arresto di quattro appartenenti al sodalizio, tutti responsabili di usura aggravata perpetrata ai danni di alcuni commercianti, imprenditori e dipendenti pubblici che si erano rivolti agli indagati per far fronte a debiti di gioco o a perdite subite nell’esercizio delle loro attività economiche;
– il gruppo dei PISCOPO che continua a prediligere il racket delle estorsioni ed in modo particolare il narcotraffico.
In tale contesto criminoso, dalle ultime acquisizioni è emerso che il gruppo PISCOPO si avvale dell’operatività di ragazzi minorenni e che, in taluni casi, le sostanze stupefacenti vengono rifornite da soggetti contigui al sodalizio casertano dei MASSARO, operante a San Felice a Cancello (CE).
Infine, per quanto riguarda il condizionamento della malavita organizzata sulla pubblica amministrazione, la Direzione Investigativa Antimafia cita i risultati delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Benevento che “il 7 ottobre 2009 hanno portato all’arresto del Sindaco del comune di Telese Terme ed altre persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso di ufficio, truffa aggravata ed altro. Con le indagini è stato accertato un collaudato sistema illegale attuato da amministratori, impiegati pubblici ed imprenditori che, oltre a turbare la libertà delle gare di appalto indette dal comune per l’aggiudicazione di lavori pubblici e forniture, dirottavano ingenti flussi di denaro pubblico verso le imprese compiacenti, realizzando un grave danno per l’amministrazione dell’ente ed una radicale alterazione della libera concorrenza.
Gabriele Corona – presidente di Altrabenevento