Se quello che sta accadendo alla giornalista Daniela De Lucia, direttrice del settimanale “Messaggio d’Oggi”, si verificasse in una grande città, Napoli per esempio, oppure in una di quelle realtà per definizione ad alto tasso criminale, come la provincia di Caserta, l’eco su stampa e televisioni sarebbe sicuramente maggiore. Le minacce, le intimidazioni, le telefonate anonime rivolte alla cronista invece, si susseguono a Benevento, in uno di quei contesti, cioè, che sono considerati quasi come “isole felici” rispetto ad altre realtà della martoriata regione Campania.
Non sarà certo il caso di creare eccessivi allarmismi, tantomeno paragonare la brutta esperienza che sta vivendo la direttrice del periodico beneventano, che ha più volte denunciato il fatto, all’amaro calice che i più noti Roberto Saviano e Rosaria Capacchione sono costretti a bere quotidianamente dopo le minacce della criminalità organizzata. Eppure qualche motivo per tenere alta la guardia su questo episodio che travalica il limite del semplice stalking ci sarebbe.
La voce anonima che tormenta Daniela, ormai da oltre due anni, vomita dalla cornetta del telefono qualcosa di più serio che non semplici e banali volgarità. Minacciare di morte qualcuno non è mai un dato su cui stendere un velo di approssimazione e indifferenza.
Ecco perché occorrerebbe una forte mobilitazione per accendere i riflettori sulla gravissima forma di intimidazione che sta subendo il direttore di “Messaggio D’Oggi”, cui va associata la solidarietà
che mai può mancare in questi casi.
Considerazione finale per l’ignoto persecutore. Esca allo scoperto, mostri il proprio volto, oppure sparisca per sempre nel buio di un’ infamia vigliacca che gli sta annientando il cevello.
ma.mar.
FONTE: LA DISCUSSIONE