Lo chiamano stalking, ma non è un videogioco e fa paura lo stesso. Danila De Lucia, direttrice dello storico settimanale di Benevento Messaggio d’Oggi, ne è vittima da ormai più di un anno, ma dalla campagna elettorale delle ultime regionali le minacce sono diventate più frequenti, insistenti, particolareggiate fino ad evocare la morte. Fino ad oggi la giornalista, che è sposata e ha due figlie, ha tenuto la cosa per sé e per la questura e la procura di Benevento che sul caso di stalking per l’attività giornalistica – purtroppo non unico in questa cittadina che un tempo era considerata un’isola felice – indagano. Ma l’altra sera, a seguito dell’ennesima telefonata di quella voce roca e manipolata che minaccia e incute paura, ha deciso di raccontare tutto ai suoi lettori e alle sue lettrici.
La storia inizia ad ottobre del 2009 quando la giornalista trova nella cassetta delle lettere una copia del giornale fatto a pezzi. “Un lettore scontento” pensò e non diede peso alla cosa. Passa una settimana e giunge in redazione un lettera anonima rivolta personalmente alla direttrice con improperi e minacce. “Passa qualche tempo e non accade più nulla, ma in piena campagna elettorale per le Regionali, l’ignoto scriba si ripresenta. Stavolta il ritaglio del giornale è quello di una pubblicità elettorale apparsa su Messaggio ed ancora improperi contro di me e, per la precisione, anche contro chi è raffigurato nel ritaglio. L’anonimo in questa occasione precisa trionfante che è contento “perché il Pd vincerà le elezioni”. Da questo momento le minacce diventano continue: circa trenta telefonate al giorno. Una vera persecuzione. Sembra il gioco di un pazzo, ma chi ha ascoltato la voce al telefono perché in quel momento era con Danila De Lucia (le chiamate giungono anche sul cellulare) o in redazione dice che quella voce è davvero orrenda e genera angoscia. E’ il caso, ad esempio, dell’ex presidente della Provincia, Carmine Nardone, che in visita alla redazione di Messaggio d’Oggi ha sentito la telefonata dal vivo e ne è rimasto sconvolto.
Purtroppo, non è la prima volta che i giornalisti a Benevento sono minacciati. Lo scorso anno, a seguito dell’omicidio Nizza, furono minacciati e aggrediti il giornalista Peppino Vaccariello di Retesei e il cameramen Carmine Limata: più volte i giornalisti che lavoravano sull’omicidio di via Bonazzi hanno ricevuto pesanti minacce. Nel novembre 2009 il cronista Luigi Barone, vicino alla deputata Nunzia De Girolamo, è stato minacciato da due uomini, uno dei quali aveva una pistola in pugno. Insomma, a Benevento, cittadina ritenuta tranquilla e forse lo è anche troppo nonostante una crescita preoccupante dell’attività criminale, sembra che fare giornalismo, scrivere notizie e commentarle, sia diventato un lavoro pericoloso. Tanto che proprio a Benevento si terrà il prossimo 20 novembre “Giornalisti minacciati” ossia la presentazione del secondo Rapporto annuale di “Ossigeno per l’informazione”: un osservatorio dei giornalisti sotto scorta e per le notizie oscurate con la violenza. Ci saranno anche Rosaria Capacchione, Arnaldo Capezzuto, Alessandro Migliaccio che come Danila De Lucia ne sanno qualcosa di minacce e vita sotto scorta.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)