La lucida e coraggiosa denuncia di Danila De Lucia, che da mesi è sottoposta ad una gravissima forma di stalking riconducibile alla sua attività di giornalista, non può passare sotto silenzio.
Come ha, infatti, più volte ribadito Alberto Spampinato (direttore di “Ossigeno per l’informazione”, l’osservatorio sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate con la violenza promosso dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall’Ordine dei Giornalisti), ogni onesto giornalista deve riuscire a immedesimarsi nella situazione del collega minacciato. Deve identificarsi nella sua condizione di vittima. Deve mettersi al suo fianco per sostenerlo e proteggerlo. Deve aiutarlo, cioè, a ottenere una solidarietà più vasta, dai cittadini e dalle istituzioni. Una sorta di “scorta mediatica”, che vale più di ogni altra forma di protezione.
Anche perché il problema non riguarda solo i colleghi colpiti direttamente: oggi Danila De Lucia; qualche mese addietro il giornalista Peppino Vaccariello e l’operatore Carmine Limata. È evidente, infatti, che la portata di un’intimidazione coinvolge l’intera categoria perchè significa che di alcuni temi, il più delle volte legati alle commistioni tra le consorterie criminali, la politica e le imprese, non bisogna parlare. Col risultato, spesso ottenuto, di opacizzare il dibattito pubblico su aspetti importanti, vitali per la stessa sopravvivenza della democrazia, come quelli relativi alle degenerazioni prodotte dalla criminalità organizzata e dal malaffare politico.
Ecco perché occorre una forte mobilitazione per accendere i riflettori sulla gravissima forma di intimidazione che sta subendo il direttore di “Messaggio D’Oggi”, e, contestualmente, manifestargli solidarietà e vicinanza umana, anche attraverso l’apposita pagina Facebook attivata dal sito Sanniopress.it. Ogni omissione potrebbe essere, infatti, interpretata dall’autore di questa ignobile e vigliacca persecuzione come una forma di connivenza.
* presidente associazione Sanniopress Onlus
Per me,solitamente,dare solidarietà non è facile! Lo trovo ,quasi sempre,un atto estremamente formale e spesso “peloso” ovvero un modo per mettersi in fila e dire e/o fare una serie di ripetitive banalità.In questo caso ,però, sarebbe davvero poco credibile se non lo facessi …per due motivi assolutamente non banali. Il primo è il rapporto di sincera amicizia che mi lega da anni a Danila De Lucia nonostante i nostri punti di vista spesso dissimili (è stata tra l’altro “editrice “del mio libro cosa che credo le abbia creato anche qualche problemA…..)e la necessità di ribadire l’urgenza di fare Fronte comune rispetto al malaffare e alla dilagante violenza che caratterizza,purtroppo,anche la nostra città. Vorrei ,dunque, sperare che la sua pubblica denuncia sia il sistema PIù efficace per attivare una virtuosa filiera di impegno che veda tutte le persone perbene (e non sono poche) schierarsi dalla stessa parte con serietà e convinzione!!! Non intendo fare nessun ragionamento “politico” ma solo evidenziare che troppo spesso,ultimamente,si sono dovuti registrare episodi di intolleranza provenienti sia da anonimi invisibili che da soggetti visibilissimi che ,con arroganza e spregiudicatezza ,volevano e vogliono imporre il proprio status di “potenti di turno”.
In una Nazione civile ed in una città dignitosa come la nostra,non è assolutamente accettabile che una giornalista (e io non credo sia l’unica…anzi ne sono certo) sia costretta a vivere nel terrore a causa di squallidi personaggi senza animo nè cervello.
Sono convinto,infine,che sia necessario per tutti coloro che subiscono trattamenti simili … denunciarli con forza… perchè insieme e con l’impegno quotidiano di coloro i quali credono nella legalità…è possibile battere questi vigliacchi e ridare fiducia e tranquillità ad una comunità che la merita tutta.
NAZZARENO ORLANDO