di Nuccio Franco
Trascorsa la pausa estiva e ben oltre i canonici cento giorni dall’insediamento, è già tempo di tracciare un primo bilancio dell’attività della nuova Amministrazione comunale di Telese Terme.
Sulla nuova Giunta della cittadina termale, guidata da Pasquale Carofano, volto nuovo della politica in Valle Telesina, erano riposte molte aspettative ed una pesante eredità: restituire credibilità amministrativa.
Ciò, soprattutto dopo le vicissitudini giudiziarie che hanno coinvolto amministratori ed imprenditori, proiettando Telese agli “onori” della cronaca nazionale, determinando un sisma politico con il conseguente vuoto amministrativo.
Un sei di incoraggiamento per quella che è stata, fino ad oggi, un’ azione caratterizzata più dall’effetto annuncio che da una sostanziale attività progettuale. Comprensibilmente, aleggiano ancora troppi fantasmi del passato per consentire di voltare pagina definitivamente con rinnovato ottimismo.
Certo, cento giorni non sono un periodo sufficiente per esprimere una congrua valutazione ma rappresentano in ogni caso un primo traguardo.
La sensazione è quella di uno schieramento politico le cui anime sono tenute insieme da quel collante rappresentato dalla viscerale opposizione all’ex Sindaco D’Occhio che certamente, da solo, non è utile a migliorare una situazione che, di contro, sembra essersi consolidata con il trascorrere del tempo, facendo riemergere nuovi e vecchi problemi. Sotto questo aspetto, è certamente apprezzabile il tentativo di aprire le porte della casa comunale ai cittadini, attraverso l’organizzazione di incontri di “ascolto” volti ad avviare un costruttivo confronto con la cittadinanza.
Nel corso della campagna elettorale di fine marzo, connotata più da polemiche di stampo personalistico che da un responsabile confronto sui programmi, tre erano stati i temi caldi che avevano acceso la discussione: legalità, Terme ed emergenza rifiuti.
Sul primo non vale la pena indugiare. La legalità è un principio imprescindibile che dovrebbe governare le azioni dei privati cittadini come degli amministratori della cosa pubblica. Di conseguenza, il tentativo di rendere eccezionale ciò che invece dovrebbe rappresentare la regola rischia di essere un grottesco artificio utile a distogliere l’attenzione da criticità ben più urgenti.
Come quella rappresentata dalle Terme, da sempre la nota dolente quando si parla di Telese, connotate da un (colpevole) abbandono ampiamente documentato da video amatoriali messi in rete alla vigilia dell’estate.
Il quadro generale resta sostanzialmente immutato, caratterizzato da una desolazione di fondo che risulta difficile non notare, indegno di una città che ancora si illude a ravvisare nel turismo un’opportunità per il futuro. Se i presupposti sono questi, inutile nutrire speranze. E’ un vecchio discorso che si ripete incessantemente da anni e che, ormai, sembra essere diventato uno sterile esercizio intellettuale intriso di retorica.
Il tentativo di porre rimedio alla situazione è lasciato all’intraprendenza dell’associazionismo locale che, con manifestazioni di un certo spessore, prova a migliorare un patrimonio pubblico il cui valore è stato troppo spesso trascurato.
Sotto questo aspetto, non ci risulta siano state poste in essere da parte dell’Amministrazione iniziative efficaci volte a sollecitare l’Impresa Minieri ad una maggior attenzione allo sviluppo di un bene della comunità. Un incontro vi è stato, certo, ma concernente sostanzialmente questioni sindacali.
Così come sembrano latitare le necessarie azioni tese a riavviare l’iter che dovrebbe (finalmente) portare all’adozione dello Statuto da parte del Consorzio Idrotermale.
E’ bene ricordare, infatti, che il Consorzio costituito tra i Comuni di Telese e di San Salvatore Telesino proprio per gestire le Terme, è senza statuto da oltre un quinquennio e nulla lascia presagire un rapido adeguamento alla nuova normativa. Ogni ulteriore ritardo potrebbe rappresentare un colpo all’attività ed alla credibilità dello stesso.
Responsabilità politiche ed imprenditoriali si mescolano, dunque, in un quadro affatto rassicurante. Auspicheremmo, quindi, che le Terme fossero poste in cima alla lista delle priorità da affrontare sollecitamente onde evitare una definitiva deriva economica e d’immagine a scapito della collettività.
Ciò attraverso una maggiore attenzione ed una decisa presa di posizione da parte dell’Amministrazione verso quella discrezionalità di gestione per troppo tempo tollerata.
Sul versante ambientale, tutto porta a credere che i problemi permangano in tutta la loro attualità e complessità, seppur ricompresi nel quadro generale dell’emergenza rifiuti in Campania.
Nonostante idee apprezzabili come quella di premiare le famiglie più virtuose, soprattutto attraverso il passaggio dalla Tarsu alla Tia e l’attivazione della raccolta differenziata degli indumenti, la prima considerazione che emerge, tra le tante, riguarda appunto l’immagine complessiva che il paese dà e quella che dovrebbe dare per rispondere ad una giusta e normale aspettativa.
L’immagine è quella di un paese in “disordine”, sostanzialmente in difficoltà nel sostenere la crescita frenetica registrata negli ultimi anni non supportata da adeguate infrastrutture. Lo si dovrebbe migliorare specie sotto l’aspetto della pulizia urbana che presenta, ancora, forti criticità.
Ci riferiamo, in particolare, all’area delle vecchie Terme Iacobelli, tra gli scorci naturalistici più suggestivi.
La rivalutazione del sito, cui sono stati destinati i fondi regionali a favore della Filiera termale, non passa di certo fra i bagnanti non autorizzati (vige infatti un’ordinanza che vieta la balneazione, ndr) nelle sorgenti sulfuree, a poca distanza dai quali fanno capolino sacchi di immondizia la cui rimozione tarda ad arrivare.
Ciò, senza dimenticare il Viale Minieri, da sempre centro strategico e salotto buono della città.
L’assessore all’Ambiente, nonché Vice Sindaco, cui va dato atto di essersi attivato nel richiamare la ditta che ha in gestione il servizio di smaltimento integrato dei rifiuti, continua a dispensare dati e cifre potenzialmente utili a migliorare la situazione ma, intanto, l’auspicato cambio di rotta tarda ad arrivare.
Tutto questo tralasciando le difficoltà legate alla circolazione stradale, alla manutenzione della rete fognaria ed alla sosta a pagamento che continuano a rappresentare un quotidiano disagio per i residenti e che hanno suscitato più di un malumore anche in coloro i quali, sostenitori della prima ora del nuovo corso telesino, oggi cominciano già a nutrire le prime perplessità.
Come accennato in precedenza, un plauso va rivolto a quelle iniziative, direttamente o indirettamente patrocinate dall’Amministrazione, che si sono susseguite nel corso dell’estate.
L’ “Estate al Villaggio”, ormai assurto ad appuntamento fisso della stagione, ArTelesia Festival e“Telese è bellissima”, la cui realizzazione è dovuta all’impegno del Forum giovanile della Valle Telesina e della Pro Loco, hanno sicuramente contribuito a fornire un’immagine diversa e rinnovata del nostro paese all’esterno.
Assolutamente lodevoli ma, purtroppo, estemporanee e di sicuro non idonee a risolvere una situazione che vede Telese ancora in ritardo nell’affrontare le criticità più incalzanti e le legittime richieste ordinarie dei cittadini, volte a migliorare la qualità della vita, ad oggi ancora senza risposta.
L’auspicio è che il prossimo autunno possa rappresentare una stagione favorevole ad attivare tutte quelle iniziative amministrative di cui il paese ha urgente bisogno e non più differibili. Le potenzialità ci sono ed è ormai tempo di tradurre le stesse dalla teoria alla pratica, in coerenza con il mandato conferito dagli elettori.
Ce lo auguriamo unitamente all’auspicio di poterne scrivere presto.