Da oltre un mese in città si rincorrono le voci di imminenti arresti di amministratori ed uomini politici per ordine dei magistrati beneventani a conclusione della inchiesta relativa all’Ipermercato di Maurizio Zamparini, aperta nel 2006 a seguito di un esposto di denuncia di Altrabenevento. La notizia sarebbe trapelata per iniziativa di “addetti ai lavori ben informati”, cioè assidui frequentatori del Palazzo di Giustizia in grado di conoscere informazioni estremamente riservate e coperte da segreto istruttorio che invece vengono sbandierate con dovizia di particolari sui fatti contestati e sui nomi dei presunti destinatari dei provvedimenti che in tal modo hanno tutte le possibilità per sottrarsi alla misura cautelare o attivare iniziative di vario tipo per limitare i danni.
Tali notizie hanno messo in fibrillazione anche quei politici cannibali che attendono la “disavventura giudiziaria” dei loro avversari e, spesso, anche dei loro colleghi di partito, magari per regolare i conti interni sugli incarichi e le candidature. A questo punto sono arrivati quelli che si appellano al garantismo e lamentano la persecuzione della magistratura quando la vicenda giudiziaria li riguarda, ma attendono in trepidazione l’arresto anche dei loro “amici di partito” pur di fare carriera.
Purtroppo non è la prima volta che queste clamorose fughe di notizie riguardano il Tribunale di Benevento dove anche i recenti provvedimenti sulla truffa alle famiglie dei disabili, hanno confermato le voci relative ad arresti e misure cautelari già oggetto di chiacchiericcio da oltre un anno. Evidentemente la magistratura competente deve accertare come mai in questa città, dove le inchieste e i processi che riguarda politici o “colletti bianchi” finiscono in una bolla di sapone, finanche il segreto istruttorio è diventato “segreto di pulcinella”.
* presidente di Altrabenevento