di Nuccio Franco
Ormai siamo agli sgoccioli e si avvicina il momento tanto atteso dallo scorso mese di ottobre, assurto più agli onori della cronaca giudiziaria che dell’azione amministrativa. La metaforica resa dei conti dopo una campagna elettorale che ha visto protagonisti più il livore e la polemica personalistica che una sana quanto costruttiva dialettica politica, è alle porte . La deriva ad personam di alcuni commenti circolati in questi giorni, rappresenta il polso e la misura di una situazione che, con il passare delle ore, si è andata facendo sempre più accesa. Certo, dopo le recenti vicissitudini giudiziarie, la posta in gioco è alta ma non talmente tale da giustificare prese di posizione, a mio avviso, tanto forti quanto eccepibili, nella forma e nel merito. Ancora una volta, sono stati pochi coloro i quali, a torto o a ragione, hanno avuto il coraggio di esprimere apertis verbis la propria opinione senza tema di ostracismo o di essere additati dal solito indice inquisitore al pubblico ludibrio. La provincia, in fondo, è anche questo. Timore di esporsi, di esprimersi senza riserve, di partecipare, di comunicare le proprie idee in virtù di quell’ormai radicato pensiero del “non si sa mai”, offesa all’intelligenza ed al libero arbitrio. La politica, personalmente, dovrebbe essere ben altro ed i suoi interpreti, tutti, avrebbero l’obbligo morale di ricordare più spesso il suo vero ed assoluto senso etimologico. Così non è stato, sintomatico di una certa pigrizia nel riflettere attentamente sulle necessità che il nostro paese auspica siano risolte in tempi brevi per ricominciare a guardare al futuro con rinnovato ottimismo. Attaccare specularmente l’avversario o i non omologati, non è servito a niente e nessuno; è stato utile esclusivamente a fomentare gli animi, non a costruire ed a proporre. L’unica nota a mio avviso degna di rilievo, è che in entrambe le liste hanno trovato collocazione giovani dalle belle speranze, sicuramente pieni di iniziativa e di voglia di cominciare a costruire qualcosa di utile per se e per gli altri, affrancandosi dalle logiche dei padri. I giovani, si sa, sono mossi dallo stesso entusiasmo, a destra come a sinistra e questo mi lascia ben sperare.
Detto questo, desidero porre all’attenzione dei candidati alla carica di Sindaco alcune considerazioni, mosso esclusivamente dall’ idea che chiunque dovesse uscire vincitore dalla tornata elettorale avrà a cuore il bene del paese, dei suoi giovani, di quell’economia da rilanciare con forza nonostante l’attuale, critica congiuntura. Ma anche per fare chiarezza.
Inevitabile cominciare da Pasquale Carofano, non solo per motivi anagrafici. A lui sono legato da profonda conoscenza e stima, personale e politica che gli ribadisco senza riserve. Persona garbata, trasparente, moralmente inappuntabile, preparata ad affrontare un percorso amministrativo che lo ha spinto alla ricerca di una difficile mediazione tra i tanti rivoli della politica locale e della società civile. Arduo compito, a mio avviso, cui sono certo saprà adempiere con quella sensibilità ed acume che pochi giovani alla sua età possono vantare. Ciò nonostante quelle che, a mio avviso, saranno le inevitabili criticità nel tenere unita una compagine eterogenea e dalle larghe intese. Fin troppo larghe, direi. Un’aggregazione che ha destato in me più di una perplessità per come è stata concepita e che non ho condiviso sin dall’inizio, lo ribadisco, in quanto estranea ai miei convincimenti, al mio personalissimo modo di intendere le alleanze ma non per questo destinata a fallire. Se l’esito dovesse essere positivo, aspettiamo e vedremo. Si definisce l’avversario in continuità con il passato ma la presenza di un ex Sindaco in lista non passa assolutamente inosservata. Nonostante tutto, Pasquale Carofano ha le spalle larghe,ci ha messo la faccia e ciò gli rende onore in quanto persona convinta di un’idea e che per essa si batte. Gli auguro si possa realizzare quanto auspica e merita, scevro da condizionamenti di sorta che, ne sono sicuro, ci saranno ma che saprà rintuzzare e rispedire al mittente in quanto autonomo,nei pensieri e nelle azioni. Qualora dovesse essere lui il nostro futuro Primo Cittadino, mi conforta la persuasione che agirà per il bene della collettività, con onestà intellettuale e chiarezza, come ha già dimostrato nella sua già solida carriera politica. Ciò che invece più mi ha deluso, è stato l’atteggiamento di alcuni suoi sostenitori, paladini dell’allusione e del sospetto verso l’avversario, di chi la pensava diversamente da loro o, peggio, nei confronti di personaggi al di fuori della contesa, chiamati in causa per interposta persona (il sottoscritto, ndr), chissà perché e proprio ora. Che tristezza e che pochezza.
Quanto al Sig.Di Cerbo, ammetto di conoscerlo poco, il che non mi impedisce di indignarmi di fronte a sillogismi di cattivo gusto tesi a dimostrare, ad ogni costo, la sua presunta continuità con il passato. Certo, in lista vi sono nomi noti ma altrettanti giovani personaggi che ritengo possano rappresentare un concreto segno di discontinuità. La politica non si fa con i se e con i ma, bensì con i fatti ed ancor più le accuse devono essere dimostrate in base a prove chiare, precise e concordanti. Altrimenti è lo sfascio, la deriva verso la cultura del sospetto, lo svilimento di ogni sana competizione, la negazione della più limpida forma di governo della cosa pubblica: la democrazia. Anche in questo caso valgono le precedenti affermazioni in quanto non ho alcun motivo di credere che qualora la vittoria dovesse essere appannaggio del Sig.Di Cerbo, questi non sarà animato da spirito costruttivo per il bene della comunità tutta, senza distinzioni. E perché dovrei?? Se una persona ha il coraggio di mettersi in gioco in prima persona all’età di 70 anni (se non sbaglio), quando invece potrebbe godersi i frutti del lavoro di una vita, i nipoti e lasciare ad altri tali noie, è meritevole di rispetto, a prescindere dall’idea politico – amministrativa che ognuno di noi può avere. Non tutti ne sarebbero stati capaci ed è troppo semplicistico parlare di interesse. Credo che l’impegno sociale sia qualcosa di nobile che alla fine paga, nonostante maldicenze e calunnie. O invece dovrei dar credito alle voci da marciapiede?? Suvvia, il mio concetto di politica va ben oltre ai “si dice” cui non ho mai creduto nemmeno da ragazzino. Alla lista “Telese 2010” va ascritto a mio avviso, il merito di aver mantenuto una certa sobrietà, nonostante tutto, e di aver sollecitato un pubblico confronto con l’altro candidato. Mossa arguta, di sicuro effetto, non c’è che dire. Peccato non se ne sia fatto nulla, sarebbe stato oltremodo interessante. Di conseguenza, auguro a Di Cerbo (come a Pasquale Carofano) di poter realizzare quanto di meglio per il bene della collettività qualora dovesse essere suffragato dal consenso popolare, unica cosa a contare. Dovesse essere così, le responsabilità saranno tante e tutte altrettanto importanti perché Telese non è mai stato e mai sarà un paese qualsiasi.
Inutile dire che né l’una, né l’altra lista, per motivi radicalmente opposti mi convince così come reputo inopportuno celare il mio personale imbarazzo di fronte ad uno scenario che oserei definire avvilente. E’ la prima volta da quando godo dell’elettorato attivo che, a malincuore, mi asterrò dall’esprimere una preferenza, talmente è stata la delusione nell’assistere ad una campagna elettorale siffatta come non accadeva da anni.
L’auspicio è uno ed uno solo, ossia quello che si possa presto restituire come ho già avuto modo di affermare in tempi non sospetti, una rinnovata credibilità e dignità all’azione di governo del paese mettendo da parte personalismi e provincialismi di sorta. Telese lo merita e lo pretende. Che sia l’uno o l’altro, saranno gli elettori a stabilirlo, in coscienza e nel segreto di una cabina elettorale che mai come ora rappresenta l’unico momento di libertà vera. Che vinca il migliore e che questi sia animato da spirito civico e da quell’etica che nella vita come in politica non dovrebbe mai essere trascurata ma che, al contrario, dovrebbe guidare le azioni di tutti, amministratori in primis.