Presentato questa sera nell’ambito della rassegna “Nonsololibri”, presso la Biblioteca Provinciale “A. Mellusi” di Benevento, il libro“Il cappio” (Rizzoli). Oltre agli autori, Maurizio De Lucia (sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia) ed Enrico Bellavia (giornalista della redazione palermitana di “Repubblica”), sono intervenuti il sostituto procuratore della Repubblica di Benevento, Antonio Clemente, il giornalista di Messaggio d’Oggi, Simone Aversano,e il presidente dell’associazione Sanniopress Onlus, Billy Nuzzolillo, che ha moderato l’incontro.
“La vera lotta alla criminalità organizzata si fa con gli architetti e con i professori: i primi creano delle città a dimensione d’uomo mentre i secondi insegnano valori positivi, a partire da quello della legalità” ha spiegato il giudice Maurizio De Lucia nel corso del suo apprezzato intervento. Il magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, originario di S. Maria a Vico, ha ricordato l’antico legame con Benevento ed ha ammonito: “Dovete preservare questa città dal fenomeno dell’oppressione malavitosa. Le mafie generano molti profitti, che devono essere investiti. E quale posto è migliore di una ridente cittadina dell’entroterra, che offre soprattutto tranquillità, per investire i proventi dei traffici illeciti? State attenti, quindi. Vigilate. Ben venga, ad esempio, l’albergo a cinque stelle, che offre occupazione a tante persone, purchè i soldi investiti non siano frutto dei proventi derivanti da traffici della malavita organizzata”.
Un monito condiviso anche dal coautore de “Il cappio”, Enrico Bellavia, cronista giudiziario della redazione palermitana di “Repubblica”, secondo cui è importante sostenere gli imprenditori che denunciano il racket: “Fino al 1991 a Palermo di pizzo non se ne parlava. Fu Libero Grassi a denunciarlo per la prima volta, sfruttando tutti i sistemi di comunicazione disponibili. Però rimase da solo e fu ucciso. Ci sono voluti molti anni perché nascessero associazioni antiracket, come “AddioPizzo” e “Libero Futuro”, che si sono rivelate fondamentali per contrastare un fenomeno odioso e, nello stesso tempo, vitale per la mafia, come quello delle estorsioni. Il mondo dell’associazionismo, in questo senso, può svolgere un ruolo importantissimo nella lotta alla malavita organizzata”.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Benevento, Antonio Clemente, a sua volta ha sottolineato il ruolo che devono svolgere i cittadini nella lotta contro la criminalità organizzata, e il malaffare più in generale: “Non bastano giornalisti o magistrati coraggiosi. La lotta la dobbiamo sostenere tutti insieme, come cittadini, altrimenti la battaglia è persa. Il sostegno dell’opinione pubblica, della gente comune, è fondamentale. Il cosiddetto sistema “corleonese” di controllo degli appalti, di cui si parla nel libro, è diffuso anche qui nel Sannio, come dimostrano anche recenti episodi di cronaca. C’è omertà anche qui, “nella tranquilla Benevento”, come ci sono persone che sono costrette a pagare il pizzo. Ecco perché va tenuto alto il livello di attenzione sul fenomeno”.
Il giornalista di “Messaggio d’Oggi”, Simone Aversano, ha infine illustrato i dati di un’indagine sul “pizzo” da condotta dal settimanale diretto da Danila De Lucia: “Volendo prendere per veritiere le risposte fornite dai commercianti del corso Garibaldi di Benevento, non solo non si paga il pizzo, ma tali fenomeni sono ben lontani dalla nostra realtà quotidiana. Resta l’impossibilità di considerare come una limpida fotografia i dati risultanti dall’indagine svolta, soprattutto perché l’elevato numero di “non-risposte” può essere inteso anche come timore verso il confronto con simili questioni. E dal timore all’omertà, il passo è breve”.