Non faremo i loro nomi in questa sede, per non violare alcuna norma di legge sulla par condicio nè su altre materie. Ma le loro facce proveremo a descriverle, anche perchè ce le stanno mostrando ovunque andiamo, com’è usanza quando si è in clima da elezioni. I politici candidati alle prossime Regionali per la Campania, che si terranno i prossimi 28 e 29 marzo 2010, non stanno andando troppo per il sottile quanto a modalità di affissionee dei propri manifesti di campagna elettorale. Ebbene sì, ci tocca fare i conti con la scontatezza di simili situazioni, perchè “da che mondo è mondo” ci sono sempre stati candidati irrispettosi delle regole sulle pubbliche affissioni, e puntualmente questi candidati sono sempre stati votati dai cittadini che li hanno eletti.
Però non fa male ricordare alcune questioni, alcuni aspetti di questa ennesima campagna elettorale che, nel nostro Sannio, sta assumendo per più versi contorni ridicoli ed incredibili (come del resto accade anche, per esempio, in provincia di Roma o a Milano). Non fa male rendersi conto della sfrontatezza con la quale certi politici, che non stiamo qui ad elencare, consentono che i propri servizi di affissione attacchino i loro manifesti elettorale dove non si potrebbe: cassonetti dei rifiuti, cassonetti della Caritas, spazi pubblicitari già riempiti con altre affissioni pagate da privati cittadini, cancellate, muri pubblici e privati, pali e insegne, sono soltanto alcuni dei posti più usuali dove i nostri politici fanno attaccare le proprie facce. E specifichiamo che le fanno attaccare perchè, pur non essendo i candidati in persona ad affiggere i propri manifesti, certamente essi potrebbero esprimere il proprio parere su come i rispettivi servizi di affissione (spesso pagati indirettamente con i soldi dei cittadini) svolgono il lavoro, e magari chiedere pure di rispettare le norme in materia.
Ma forse si pretende troppo: questi poveri candidati alla Regione già hanno dovuto fare uno sforzo immane per capire almeno a grandi linee di che cosa stiamo parlando, che cosa sia la macchina regionale, quali siano i bisogni dei territori, come vagamente ci si debba muovere tra le fila di un’istituzione sempre più forte come la Regione. Non possiamo chiedere loro anche di conoscere la normativa in tema di affissioni. Eppoi, probabilmente qualcuno crederà che se di pubbliche elezioni si tratta, persino le facce di queste elezioni (quelle dei candidati, appunto) siano di indiscutibile pubblico interesse. Per cui a nessun può dar fastidio se si appiccica un manifesto dove non si potrebbe. Tanto, passate le elezioni, tutto tornerà come prima e la legge tornerà ad essere rispettata.
Da chi tornerà ad essere rispettata, questo non si sa. Di certo è lecito muovere i più forti dubbi che possa essere legalitaria l’attività politica e istituzionale di chi fin da prima di essere eletto dimostra scarsa attenzione per le leggi, che siano in materia di pubbliche affisioni o altro. Ma ancora una volta pretendiamo troppo: cosa potrà mai preferire il cittadino comune tra l’intransigenza e la pretesa di legalità da una parte, e dall’altra l’affabile promessa elettorale della risoluzione immediata di ogni suo problema? La differenza passa attraverso una croce, quella che gli elettori sono chiamati ad apporre. Resta da vedere se sarà una croce sulla scheda elettorale, oppure… una croce sopra alla vecchia, solita politica.