di Pietro Di Lorenzo *
Meno di dieci dipendenti: azienda ben controllata direttamente dal titolare, attiva da oltre vent´anni e con solida clientela. Continue telefonate per ordini e lavorazioni, consegne e ritiro merci ad ogni ora della giornata, poi arriva la crisi, continua la crisi, ed allora si vive con la crisi e si lavora con la ………crisi.
Ed ecco la giornata di lavoro: si apre l´azienda al solito orario, il personale è puntualmente tutti presenti, ognuno cerca di darsi da fare cercando di rendersi utile in qualche lavorazione. Il telefono è muto e non c´è motivo per utilizzarlo. Di clienti neppure l´ombra. I cellulari non danno segno di vita. In tarda mattinata suona il telefono ed è la Vodafone, poi la Fastweb, la Telecom che propongono (inutilmente) contratti ed altre opportunità (!) per le aziende. Poi arrivano due fax che parlano di telefonia e di proposte per viaggi e corsi di formazione (!). Intanto fuori piove.
Nel pomeriggio si fermano due autotrasportatori che chiedono informazioni. In sequenza poi, ecco due telefonate che propongono consulenze bancarie ed assicurative (!). A seguire una telefonata di un probabile cliente che si informava sui costi e per finire la visita di due agenti pubblicitari. Alle ore 17, come ogni giorno, si chiude, sommessamente ci si saluta con l´augurio che domani sia diverso: in meglio?….. oppure in …..peggio?
* imprenditore
il suo amico Berlusconi, non gli ha detto anche a Lei che la crisi è alle spalle, anzi non è mai esistita; bisognava essere positivi, non pensarci perche chi parlava di crisi erano tutti di sinistra e catastrofisti. Cosi facendo non volevano il bene dell’Italia. Mi congratulo con Lei ,che a quanto pare non ha licenziato i propri dipendenti, contrastando con loro questo periodo critico, che speriamo passi veramente in fretta. Personalmente l’ammiro per questo.
Augurandole che iniziano ad arrivare delle commesse di lavoro, e non telefonate, da altri che stanno anche loro attraversando momenti difficili, che ormai sono diventati anche lunghi.