Nel flusso tumultuoso di informazioni, per lo più travisate da titoli da clickbaiting, notizie pur rilevanti, provenienti da mondi lontani eppur prossimi, rischiano di non essere considerate per il peso che meriterebbero attesa la capacità di condizionare il corso della stor(d)ia (la stordia è la qualità dello “stordo”, l’idiota in slang delle zone interne della Campania).
Veniamo ai fatti. Le cronache del pianeta Stultos, prossimo a noi in quanto parte della galassia Montecitoria, riportano che il tribuno Fiano, originario di Ebrius, si è fatto latore di un provvedimento per la messa al bando dei Nero, pristini D’Avola. La legge di Fiano mira ad estendere la sua efficacia anche ai vari relativi minori Negretto, Negro Amaro, Negro Amaro Precoce, Nerello Mascalese, Neretto. Banditi pure gli extralegionari Nyret e Pinot Noir nonché le belle Nigra e Neretta Cuneese, in cui sostegno strenuo e appassionato si è spesa la filosofa filoaraba Boldrina. Questa, in particolare, ha elaborato una tesi per la quale la fucilazione dei Nero maschi indigeni sarebbe sostenibile e compatibile con una contemporanea guarentigia per gli extralegionari Neyret e le declinazioni femminili o solo effeminate o trans gender o ogm dei Nero. I Pinot Noir, infine, andrebbero solo estradati per non irritare i confinanti popoli galli.
Un’autentica bagarre pare scoppiata tra i sostenitori stessi dell’audace tribuno estensore del provvedimento laddove si è notata l’esclusione dei Nerello Mantellato e Nerello Cappuccio dall’elenco degli interdetti appestati, evidentemente per i legami da questi intrattenuti con Fiano in ragione della comune appartenenza all’ordine dei Muratori.
Altresì esclusi dalla lista della messa al bando i Nero Buono di Cori quale compenso della loro notoria magnanimità.
Il provvedimento, in tutta evidenza, punta alla fetta dell’elettorato planetario particolarmente sensibile a quelle norme capaci di interpretare al meglio la missione di Stultus all’interno della galassia.
Il potere di Ebrius per effetto di questa norma crescerà e sarà ben possibile che Fiano, dopo le prossime consultazioni, potrà ottenere una nomination alla Presidenza del Consiliorum Dementorum, una delle massime cariche di Stultus.
Il rischio concreto in definitiva è il dominio degli originari di Ebrius.
Sul fronte della resistenza qualcosa, pur timidamente, si muove sia per interesse economico che per una residua lucidità di pensiero.
Da registrare, ad esempio, la presa di posizione sul Pianeta Terra del Consortium dei produttori del vino Fiano i quali temono di veder compromesse le vendite del proprio nettare di Bacco per effetto del nome attribuito al provvedimento censorio: Lex Fiano. Hanno chiesto, quindi, in prima istanza l’abrasione di due lettere dal nome del tribuno e di conseguenza della legge o in alternativa che il provvedimento sia identificato col nome della cugina di Fiano, donna Falanghina, con ciò suscitando le ire dei fieri sanniti.
Un gruppo di autorevoli intellettuali dissidenti, poi, originari di Cogito e operativi come infiltrati su Stultus, tramite i canali hacker stanno lanciando appelli criptati all’intero universo affinché sia interrotto il commercio di alcolici e sostanze psicotrope in tutta la galassia Montecitoria. Il segnale, tuttavia, si propaga debolmente e sfugge ai più.
Fiano ha prodotto un ginepraio e la situazione non lascia presagire nulla di positivo per il futuro.