Anche in lontanissime e desolate lande arrivano le allarmanti notizie sulle uova contaminate da una sostanza insetticida.
L’uovo attraverso i secoli e le culture, a vario modo, rappresenta la vita sia essa intesa come resurrezione, come fertilità, come nascita, procreazione, perfezione. Una simbologia che nella sua dimensione macrocosmica allude all’origine del cosmo.
Da un punto di vista più sentimentale e nostalgico l’uovo, almeno a chi appartiene alle generazioni sino agli anni settanta, è il simbolo del bene e del male della fanciullezza. Lo zabaione dolce e anche l’odiatissimo uovo a la coque o sodo o occhio di bue, somministrati con forza e a forza per le ricche qualità proteiche e più in generale nutritive.
Le uova, un tempo, per lo più si acquistavano in campagna, al mercato o da qualche contadino urbanizzato che aveva adibito il sottotetto a pollaio, quasi a reminiscenza delle proprie origini, quasi a conservare tra il cemento e le lamiere della città un angolo segreto di campagna.
L’industrializzazione dell’agricoltura e la pubblicità, i regolamenti europei e le false leggi sulla tracciabilità dei prodotti alimentari hanno finito col farci diffidare dei prodotti brutti e sporchi e casalinghi, convincendo la massa dei consumatori a fare affidamento sul prodotto bello, incartato, etichettato, impachettato, con tanto di data di deposizione e scadenza.
Le leggi esistono per essere violate, dice qualcuno. Di fatto, in larghissima parte, in campo alimentare garantiscono poco e, come nel caso delle uova, spesso ingannano il consumatore.
Il Fipronil, per stare al caso di questi giorni, è un’insetticida vietato a livello europeo, eppure si scopre che viene utilizzato e probabilmente in misura maggiore di quel che si sa sin qui. Prova ne sia che dopo le prime rassicurazioni sul fatto che in Italia non si corressero rischi, dopo i primi controlli a campione, son balzate fuori uova contaminate da tre allevamenti tra Campania e Marche.
Le autorità rassicurano che i rischi sono minimi e cessano con il cessare dell’assunzione, ma resta il fatto che solo dopo la scoperta olandese sono stati avviati dal Ministero controlli specifici. Il fluocianobenpirazolo, principio attivo del Fipronil, non pare sia cancerogeno ma è termostabile e quindi resiste alla cottura.
A riprova che le leggi, purtroppo, garantiscono poco e siano fuorvianti è bene, con l’occasione, approfondire le indicazioni e le diciture previste per l’etichettatura delle uova.
La materia è disciplinata dal Regolamento CE 2295/2003 (reperibile a questo link http://bit.ly/2xikf1W) .
Si scopre, con un po’ di pazienza, ad esempio che il primo numero indicato sulla marcatura stampigliata obbligatoriamente su ciascun uovo indica la tipologia di allevamento da cui proviene. Ebbene quando tale numero è pari a 2 indica “uova da allevamento a terra” il che evoca nell’immaginazione dell’ignaro consumatore galline siano libere di razzolare un po’ dove gli pare. Nulla di tutto questo. A terra è da intendersi letteralmente come galline che razzolano sul suolo di un capannone, in cui sono solitamente costrette a migliaia e non già all’aperto. Si tratta di una condizione appena migliore dell’allevamento in gabbia (codice 3) ma ben diversa da quella della gallina allevata all’aperto (codice 1). Con il codice 0, infine, sono etichettate le uova da allevamento biologico.
Seguono sulla stampigliatura le iniziali della nazione in cui ha sede l’allevamento, il comune (indicato con codice ISTAT il cui elenco è scaricabile collegandosi al sito dell’Istat che qui linkiamo http://bit.ly/2vQhByw), la sigla della provincia e per finire un codice che identifica il nome dell’allevamento assegnato da ciascuna ASL di appartenenza.
In queste ore, leggo sempre dalle desolate lande, il Procuratore Guariniello, quello del processo per doping alla Juventus, per intenderci, rilevando il frequente insuccesso delle azioni giudiziarie e la diversità, talora radicale, delle azioni giudiziarie ha proposto l’istituzione di una Procura nazionale e sollecitato l’adozione di una legge sui reati agroalimentari. Ci pare una proposta seria e adeguata alla frequenza e gravità dei casi di frodi e violazioni di leggi nel settore dell’agroalimentare industriale.