di Giancristiano Desiderio
Questa volta sono dalla parte del brigante: il lupo del Matese. Mi hanno raccontato una storia affascinante: lui, il lupo – al secolo Pinuccio Fappiano – vive sulle montagne tra Pontelandolfo e Cerreto Sannita e, proprio come il vero brigante dei venerandi e terribili fatti di Pontelandolfo dell’agosto di fuoco del 1861, è di Cerreto. La sua lotta è aperta e dichiarata: non vuole che le pale eoliche invadano le colline, le vallate e le montagne che si estendono da Cerreto a Morcone, da Guardia a Casalduni, da San Lupo a Campolattaro. Io sono con lui. Per un motivo semplice e vero: l’energia eolica non serve a nulla e quei mulini ventosi che non producono alcuna farina sfregiano solo il territorio e la sua naturale bellezza.
Il lupo si batte con orgoglio ma anche con intelligenza e cultura. Ha messo su un blog – pinucciofappiano.wordpress.com – e spiega in modo chiaro le ragioni del no alla cosiddetta energia pulita. In esergo al blog ha messo le parole di un brano di Guccini: “…venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perché con questa spada vi uccido quando voglio”. Il lupo del Matese uccide cioè critica con la penna e con la sua testimonianza. Anche se “i signori imbellettati” sono tutta una massa indistinta che si beve come fosse oro colato la favola bella dell’energia eolica, dell’energia green, dell’energia che non sporca, non inquina e non serve a nulla perché non è potenza energetica. L’avversario da battere, caro lupo del Matese, è forte perché le sue armi sono la propaganda e la falsa razionalità e perfino l’indottrinamento nelle scuole con il ritornello illusorio dell’energia rinnovabile. Tutto si regge su un inganno che è bene dire con chiarezza: ossia che le pale mosse dal vento producano energia mentre sono soltanto dei banali trasmettitori. Tutta la nostra vita moderna – quella delle automobili, delle industrie, delle produzioni, delle abitazioni, dei trasporti e tutto ciò che vi piace da matti consumare – si fonda non sulla comune energia ma sulla potenza energetica che deve essere prodotta e deve essere disponibile per soddisfare i nostri bisogni. Cosa, questa, che non può essere fatta dall’energia eolica che funziona né più né meno che come la dinamo di una bicicletta mossa dai muscoli di chi pedala. La potenza energetica sono i muscoli, non la dinamo.
Questa volta il brigante non calerà dalle montagne con la scusa di difendere Pontelandolfo e non proclamerà alcun governo provvisorio. Non ci sarà alcun ricatto al sindaco, alcuna festa di san Donato, alcuna fiera e nessuno ordinerà di cantare il Te Deum, non ci saranno rappresaglie, non ci saranno incendi, nessun ordine di distruggere Pontelandolfo. Questa volta Pontelandolfo dovrà far da sé perché il nemico non è piemontese e il Comune deve fare la sua parte. La saprà fare? Molto spesso si guarda al passato per trovare le cause dei guai del presente ma i fatti del passato non giustificano i mali del presente che hanno, invece, in sé le loro pessime ragioni. Si conosce il passato solo per liberarsene e se non si conosce allora i fantasmi ritornano. Eccoli i nuovi fantasmi sotto forma di pale e palle eoliche.
Per i prossimi anni dovranno essere costruiti la bellezza di 200 pali eolici giganti. Una specie di colonizzazione del vento di quelle terre fatta non dai piemontesi ma dai sudisti regionali. I comuni hanno le loro responsabilità se si progetta di costruire le pale eoliche a ridosso delle abitazioni con le eliche che girano sinistre nelle orecchie di uomini e donne di giorno e di notte. Un’assurdità che minaccia addirittura la torre simbolo di Pontelandolfo. Ma questa volta il lupo del Matese, splendido nella sua solitudine, non calerà dalle montagne dove si arrocca nel suo mito romantico fatto di terra, sole e vento senza padrone.