di Giancristiano Desiderio
Un pensiero di Indro Montanelli su Padre Pio mi ha sempre colpito. Lo riporto: “Io non conosco Padre Pio, e non azzardo giudizi su di lui. Ma credo che la sua onestà, la sua buona fede, il suo slancio, il suo disinteresse siano fuori discussione anche agli occhi del Vaticano e di Monsignor Maccari. Probabilmente nelle cose pratiche è un grosso pasticcione, come è giusto che sia un uomo che tiene lo sguardo fisso al Cielo invece che sulla terra, e la sua colpa sarà caso mai di non saperlo, di non rendersene conto e di pretendere di fare da sé ciò che non gli riesce. Ma il motivo vero e profondo dei guai in cui è incappato è consustanziale alla sua vocazione e al posto che ha scelto per esercitarla”.
Era il 1960 quando Montanelli scriveva queste cose. Monsignor Carlo Maccari era all’epoca il segretario del Vicariato di Roma che il Vaticano aveva mandato in “visita apostolica” a San Giovanni Rotondo. La “visita” o “ispezione” era dovuta al fatto che tempo prima la moglie dell’ambasciatore del Cile, la quale voleva incontrare Padre Pio, era stata aggredita da alcune donne perché aveva occupato nella chiesa un posto di prima fila che, invece, le assidue fedeli consideravano gelosamente una loro esclusiva proprietà. Come si sa, il frate cappuccino morì in odore di santità. Anche se per la Chiesa il frate era, in effetti, un santo scomodo. Ma tutti i santi, quando sono vivi, sono, per tutte le chiese, un po’ scomodi. Poi, dopo la loro morte, la Chiesa li accoglie a braccia aperte. Difatti, oggi Padre Pio è san Pio da Pietrelcina, la Chiesa lo ha riabilitato (in vero ha riabilitato se stessa, un po’ come con Galileo Galilei) e lo ha fatto santo anche se già lo era.
Siamo stati un tempo, tanto tempo fa – così tanto tempo fa che forse non lo siamo mai stati – patria di poeti, di santi e di navigatori. Oggi nessuna delle tre categorie si porta più. In ogni secolo i poeti si contano sulle dita di una sola mano. Per mare ci va chi se lo può permettere e non più i navigatori che non saprebbero più dove andare, se non in crociera o a portare a zonzo Gianluca Vacchi. Quanto ai santi non mi sembra l’epoca giusta. “Fare il santo in Italia – ancora Montanelli – è più difficile che dovunque altrove. Ce ne sono stati tanti, è vero, ma era un’altra Italia. In quella di oggi mancano tutte le premesse, perfino il paesaggio”. Sia quello urbano, sia quello rurale.
C’è stato un tempo, prima che diventasse san Pio, che il volto di Padre Pio era ovunque. Tutti coloro che avevano gran desiderio di vederlo lo vedevano con gran facilità in ogni macchia, in ogni nuvola, in ogni ombra. E’ proprio dell’uomo vedere ciò che vuole intensamente vedere e credere in ciò di cui ha bisogno di credere (come è dell’uomo non vedere ciò che non vuol vedere e non credere ciò che non vuol credere). La storia delle immagini e del profumo intenso di violette, e tanti altri particolari ed episodi da leggenda che prima si moltiplicavano con il diffondersi del culto del frate con le stimmate e che oggi, in verità, scarseggiano o non si avvistano e sentono più, sono testimonianza della vita miracolosa di Padre Pio? Francesco Forgione da Pietrelcina da vivo non si attribuì mai dei miracoli e, anzi, spesso maltrattò chi gliene sollecitava. Perché da morto dovrebbe cadere in questo peccato d’orgoglio? La santità, in fondo, non vuole i miracoli, ma la cristiana, umana volontà.