Sotto le pajette e le luci a un milione di watt dell’iperattenzione mediatica e delle insegne attraenti, sulle mensole traballanti organizzate a ufficietti negli angoli delle sale affollate, malcelato dalla frenesia, per certi versi benefica, delle attività di banco, cucina e sala alligna un grumo di malessere.
Il redivivo Silvio Berlusconi ha sempre declassato a fantasmi gli zombie della crisi economica, invitando a guardare le sale affollate dei ristoranti e dei bar. Erano gli anni in cui la crisi mordeva peggio ed i settori HO.RE.CA. (Hotellerie – Restaurant – Cafè) e Food & Beverage perdevano volumi, fatturato e posti di lavoro.
Oggi, quando pur si registra una sommessa ripresa con incrementi del giro d’affari nell’ordine di zero virgola, i dati disegnano di una realtà che ancora arranca.
Dopo i racconti di Report sui salari da fame e gli orari di lavoro da rivoluzione industriale, arriva una fonte accreditata a mettere nero su bianco le difficoltà delle circa seicentomila aziende, in larga parte ditte individuali, di uno degli ambiti più frammentati del panoramica economico del paese.
La Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese del comparto, realizzando lo Studio Pagamenti, diffuso qualche giorno fa e aggiornato a fine marzo 2017.
A quella data meno di un’impresa su cinque ha pagato i fornitori alla scadenza. In particolare, soltanto il 16,4% degli operatori del commercio all’ingrosso beverage ha saldato i debiti nei tempi giusti, 19,1% nel commercio al dettaglio food & beverage e il 17,5% nel settore horeca (hotellerie – restaurant – café). Si tratta di performance molto lontane dalla media nazionale, pari al 35,6%.
Le aziende del commercio al dettaglio food & beverage e del settore horeca si confermano i peggiori pagatori del comparto, rispettivamente col 21,8% e il 24,9% di pagamenti effettuati più di un mese dopo la scadenza.
Per trovare qualche nota di conforto occorre passare al confronto con l’anno scorso: rispetto allo stesso periodo del 2016, infatti, i ritardi gravi nei pagamenti commerciali sono scesi in modo consistente in quasi tutti i rami del comparto, registrando -17,3% nel commercio all’ingrosso food, -18,5% nell’horeca e -19,3% nel commercio al dettaglio food & beverage. Segnali positivi anche per i pagamenti alla scadenza: horeca e commercio al dettaglio food & beverage registrano una crescita sensibile dei pagamenti puntuali, rispettivamente del 15,8% e del 20,1%.
Il raffronto con i dati del 2010 dà conto, ad ogni modo, del forte impatto che la crisi economica ha avuto sulle aziende del settore. Rispetto a sette anni fa le imprese puntuali nei pagamenti dei fornitori sono scese del 31,5% nel settore horeca e del 9,9% nel commercio al dettaglio.
Le aziende, in sostanza, si dimenano tra la necessità di assicurare i rifornimenti necessari a predisporre una buona offerta per i propri clienti, i margini contenuti e la carente liquidità. I clienti, d’altro canto, affollano le sale ma esprimono una domanda schizofrenica di assortimento ampio, buona qualità e prezzi bassi. Richieste difficilmente conciliabili che espongono gli operatori alle difficoltà crudamente rappresentate dai numeri diffusi da Cribis.