di Antonio Medici
Si è concluso mercoledì scorso intorno ad una tavola splendidamente apparecchiata, alla Locanda della Luna di San Giorgio del Sannio, chef Daniele Luongo, art director , si passi l’espressione, Teresa Nardone, il press tour organizzato dal Consorzio Sannio Tutela Vini. Per quattro giorni una folta e selezionata delegazione di influenti giornalisti italiani del settore enogastronomico è stata condotta alla scoperta del patrimonio umano, culturale, naturalistico, vitivinicolo e culinario del Sannio. Il wine tour, felicemente ribattezzato “Nel Sannio coltiviamo emozioni”, in coerenza con precedenti iniziative anche editoriali del Consorzio, è stato guidato, come sempre dalla prima edizione del 2015, da Paul Balke. Il raffinato quanto vulcanico giornalista olandese, trapiantato in Piemonte con la passione per la Campania, ha condotto lungo la strada sannita del vino la comitiva composta da Davide Gangi (presidente dell’associazione culturale e di promozione ‘VinoWay Italia’ ed editor di vinoway.com), Luigi Salvo (giornalista e sommelier, ideatore del blog luigisalvoilmondodelvino.it, collaboratore di: vinocibo.com, tigulliovino.it, winereality), Livia Belardelli (collaboratice di doctorwine.it, rivista online ideata e diretta da Daniele Cernilli), Piera Genta (direttore responsabile della testata on line oliovinopeperoncino.it, collaboratrice di Italia a Tavola e Vini buoni d’Italia), Maria Grazia Melegari (fondatrice di soavementewineblog e collaboratrice di diverse altre testate, tra cui internetgourmet.it), Roberto Orciani (blogger e giornalista, editor di nonsolotappo.info), Clara Ippolito (giornalista e scrittrice, collaboratrice di Cucina&Vini), Monica Coluccia (blogger, infothewine.org), Rocco Lettieri (blogger di simpatico-melograno.it, scrive anche per Veronelli, Vino e dintorni, Welcome e Galatea), Giovanni Angelucci (giornalista esperto di enogastronomia de La Stampa), Pasquale Porcelli (collaboratore del giornale di enogastronomia winesurf.it e de Il Corriere del Mezzogiorno) Vincenzo D’Antonio (corrispondente per Campania e Molise di Italia a tavola).
Il press tour, pianificato dal Consorzio Sannio e apprezzato da tutti i partecipanti che a più riprese e con enfasi ne hanno rimarcato la perfetta organizzazione, ha avuto una duplice valenza: per un verso ha realizzato un’azione promozionale che troverà la sua espressione nei resoconti dei giornalisti, destinati ad apparire su stampa specializzata non locale, veicolando, dunque, in ambito nazionale il brand Sannio, come nelle intenzioni esplicitate dal Presidente del Consorzio, Libero Rillo; per altro verso il tour ha rappresentato una rilevante occasione di riflessione sulle opportunità e criticità della produzione vitivinicola sannita.
Nel momento di confronto con i giornalisti locali, difatti, sono emersi significativi spunti di riflessione per lo sviluppo, non solo enologico in verità, del Sannio, terra riconosciuta ricca di un patrimonio complesso, composto di ricchezza vinicola, naturale e storico culturale e non da ultimo umana (la Melegari ha parlato di ars vivendi sannita). La capacità di crerare sinergia tra queste risorse è la chiave per il successo. E’ stato rilevato da alcuni, poi, come il significativo numero di cantine a produzione biologica sia il sintomo di una diffusa responsabilità sociale orientata alla conservazione della naturalità della terra, del paesaggio e in definitiva alla sostenibilità. Quest’ultima, del resto, è, come ha precisato Nicola Matarazzo, direttore del Consorzio Sannio, una precisa scelta strategica, irrinunciabile nel percorso di valorizzazione del territorio e delle sue produzioni. Usare la comunicazione per creare suggestioni, enfatizzare la eterogeneità del territorio, il richiamo alla magia e creare così nuovi spazi di mercato è stata la sottolineatura pervenuta da parte di Vincenzo D’Antonio.
Da un punto di vista strettamente vinicolo, è emerso unanimemente come la Falanghina, per le caratteristiche di versatilità e di espressività del terroir, sia il vero asso nella manica del Sannio, il prodotto, nelle parole di Piera Genta, da eleggere ad ambasciatore del territorio. Si è rilevata l’urgenza, a tal fine, di un riposizionamento del prezzo su livelli superiori in coerenza con la qualità e le caratteristiche del prodotto. A più voci, inoltre, è stata segnalata l’opportunità di spingere sulla spumantizzazione della falanghina, anche attraverso una struttura produttiva da realizzare ad hoc anche di tipo associativo o consortile. Spumantizzare fuori provincia rompe la filiera e snatura il prodotto.
Per i vini a denominazione Aglianico, poi, dopo le marcate criticità rilevate nelle passate edizioni del tour dai giornalisti esteri, è emerso un deciso miglioramento, riscontrato nella maggiore coerenza e riconoscibilità del prodotto. Davide Gangi, infine, ha sottolineato come sarebbe più pertinente con le caratteristiche del vitigno un impiego più morigerato del legno nel processo di affinamento dello scontroso vino del Taburno.
Articolo apparso sul “Sannio quotidiano”, edizione del 20 marzo 2017