di Antonio Medici
Google trends è un semplice e semplicistico strumento per farsi un’idea dei trend, ossia delle vie che percorrono le greggi di pecore modaiole. Basta digitare un paio di paroline e, oplà, i genietti colorati di Mountain View ti disegnano il grafico del monte di ricerche di quelle paroline in un arco di cinque anni e per l’intero globo internettizzato.
Ebbene, istituendo un inverecondo confronto, ristretto peraltro al minuscolo webspazio italiota nel tentativo disperato di limitare i danni, tra TOFU e BISTECCA, il ripugnante laterizio edule di estratto cagliato di soia batte il nobile muscolo di vacca per 54 a 43 (media dei milioni o miliardi di ricerche su google nel periodo 30 ottobre 2011 – 27 ottobre 2016). Qual desolante era ci tocca abitare. L’ignobile sconfitta, in grado di sbalordire sin’anche un onnivoro interista, ben aduso alla disfatta, sol può trovar conforto in una visita in macelleria. A Pomigliano d’Arco, e chi se l’aspettava, lungo la angusta via Trieste, Luigi Cariulo da trent’anni taglia e vende mezzene, quarti, cosciotti, filetti. Da bimbo presero a chiamarlo Gigione per via delle gambe cicciotte, poi fortunatamente “sfinatesi con la crescenza”. Restò il nome, anzi il soprannome che oggi costituisce il gaio marchio della rivendita di carne dove prosciutti, pancette, capicolli, salsicce, salsiccette e guanciali sono sospesi nel vuoto innanzi ad un’icona di un Gesù raggiante, cui paiono raccomandarsi per resistere all’avanzata delle truppe vegane.
In siffatto pantheon di costate e muscoli sanguinolenti, da qualche tempo Gigione ha iniziato ad arrostire hamburger delle più pregiate carni di razze appenniniche e ad infilarli in panini extra large, ma soprattutto extra buoni. Due cuochi ogni giorno preparano svariati contorni e assemblano i panini che ciascun avventore può liberamente comporre scegliendo e segnando con una crocetta gli ingredienti preferiti tra quelli elencati su un foglio prestampato.
Il lavoro va svolto con scrupolo, si è imposta, dunque, una ardua prova doppia. “Marchigiano deluxe” – hamburger di 220 gr – con patate al forno, melanzane arrostite e senape bio. Potrà apparire irriverente ma la senape era davvero sublime ad impreziosire un panino già ottimo. Per offrire una cronaca completa si rischiano arterie e reni, passando al “double chianino” con formaggio gratin blue (erborinato) e zucchine alla scapece. Cottura prescelta media con pane che morso dopo morso si tinge di rosa. Piacere cannibale per fauci da spalancare sino allo stiramento dei muscoli. Piaceri superbi per mangioni selettivi. Si può lambire il disgusto per overdose di gusto. Da qui un paio di spassionati consigli: giungere sul luogo ben digiuni, non eccedere con i contorni da infilare tra pane e carne. Facile a dirsi, difficile a farsi.
Da Gigione, insomma, si può dar fondo all’ingordigia, alla lussuria più sfrenata, all’indecente, godendo, però, sempre di prodotti di fine selezione.
In via Roma, restando a Pomigliano d’Arco, la famiglia Cariulo ha aperto un raffinato spazio, con un’offerta più ampia e tavoli per accomodarsi ed essere serviti.
L’anima vera di Gigione, il luogo autentico della battaglia, tuttavia, resta nella macelleria.
Bella e ricercata offerta di vini, birre e bibite.
Da Gigione
Pomigliano d’Arco
Macelleria hamburgheria – via Trieste, 71
Hamburgheria braceria – via Roma307
www.dagigione.it