di Antonio Medici
Sud Africa, paese lontanissimo e certamente non immediatamente associato alla produzione di vino. Qualcuno, al più, immagina quel lontano e colorato paese, ricco di diversità di climi, paesaggi, produzioni, come terra di grandi vitigni internazionali e potenti vini sostanzialmente omologati.
Pur relativamente giovane, invece, la storia enologica e l’attuale produzione sudafricana è alquanto peculiare ed affatto riconducibile agli altri paesi del nuovo mondo. Innanzitutto, piuttosto che gli inglesi, lì sono stati gli olandesi ad avviare la produzione di vino intorno al 1600, portando con le loro potenti compagnie di navigazione le barbatelle sino al Capo di Buona Speranza. I vini, destinati alle flotte di passaggio, sempre più numerose, erano, però, piuttosto sgradevoli. Fu il governatore Simon van der Stel nel 1685 ad avere l’intuizione di affidare ai francesi la cura dei vigneti e della sua cantina, Costantia, che ha segnato la storia vitivinicola del paese.
La vera chicca dei vini sudafricani è, ad ogni modo, il pinotage, un vitigno creato dal professor Pernold nel 1925, nei laboratori dell’università di Stellebosh, dall’incrocio di sua maestà il Pinot Nero ed il vitigno minore francese Cinsault.
La viticultura ha fatto grandi passi da quegli anni ed oggi, addirittura, in alcune zone vengono coltivate piante che hanno la capacità di desalinizzare e riscaldare l’aria fredda e salina che arriva dall’oceano, affinché arrivi ideale ad accarezzare le vigne.
In una serata condotta da Guido Invernizzi, medico e sommelier piemontese d’anagrafe, campano di temperamento, ambasciatore colto del bere bene, abbiamo degustato, tra gli altri, il Pinotage millesimo 2014 di Diemersfontain. Di colore rubino intenso, vivace con qualche cupezza conferita dal Cinsalut, sentori di frutta matura, morbido al palato, vellutato, profondo con un finale lungo di torrefazione. Davvero una bevuta sorprendente oltre che piacevolissima.
Altresì affatto scontato lo Shiraz in purezza della cantina De Grendel, millesimo 2012. Prodotto da uve allevate in vigne distanti solo 7km dal mare, affinato in legni americani e francesi anche usati, si presenta di colore cupo con naso tipico di frutti rossi ben maturi, confettura, spezie e una spiccata nota balsamica e tostata. In bocca, bella struttura a sostegno di una buona acidità e una giusta morbidezza, per un equilibrio complessivo davvero apprezzabile.
Davvero, per finire, convincente il Morgestern 2003 riserva, taglio bordolese a cura del grande enologo francese Pierre Lurton. Bel colore che va vermiglio al melograno al granato. Struttura opulenta. Naso tipico di “friariello” e tostatura, aromi di cassis, pipa, sentori mentolati, foglia di tabacco. Buona acidità che ribatte alla struttura essenzialmente morbida, come da tipologia, equilibrio impareggiabile.
Vini, tutti, dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
Diemersfontain
Pinotage 2014 € 14
http://www.diemersfontein.co.za
De Grendel
Shiraz 2012 € 15
Morgenster
Riserva 2003 – € 30 circa