di Antonio Medici
Il patachef Carlo Cracco campeggia sui furgoni che distribuiscono patatine e dispensa il suo genio culinario sul sito del produttore, San Carlo, con ricette che dovrebbero sublimare il gusto (sic!) rustico delle patate fritte industriali. Un ossimoro in cucina, insomma. Uovo di quaglia, baccalà mantecato, tartare di tonno, mousse di cavolo nero e altre ricercate micro farciture, elaborate apposta per la patatina stellata. Si è detto e scritto di tutto su questa deriva markettara – neologismo a metà tra marchetta e marketing – del famoso chef veneto, sta di fatto che, col suo ruolo di testimonial della patatina , Cracco ha sdoganato la patatina dall’angusto ambito del trash snack per aperitivi di quart’ordine o per accompagnamento al cinema dei bambini.
La San Carlo, trascinata dall’onda innovativa ci ha lavorato di proprio e nella linea più gusto ha iniziato a lanciare patatine davvero audaci. E’ una rubrica enogastronomica il luogo per un commento sulle patatine aromatizzate? Beh, innanzitutto vien da dire che se uno chef stellato può piazzare un hamburger di fassona come accessorio di una patatina rustica, senz’altro un cronista gastronomico può recensire la patatina al gusto lime e pepe rosa. E’ questa la patatina “più gusto” insignita della lingua d’oro, il primo premio simbolico riservato alla vincitrice della degustazione della peculiare linea di patatine di quella che è l’epigone della rosticceria San Carlo di Milano. Aroma speziato ammaliante, freschezza che fa crescere il desiderio senza freni, delicata salatura, perfetta croccantezza. Il gusto raffinato, esotico e stuzzicante la rende ideale per un pubblico giovane, edonista, ammiccante, pronto a buttarsi a letto per completare il piacere della patatina.
Al secondo posto la patatina “Più gusto – Cuore di Zenzero”, presentata in occasione del Salone del Mobile dell’aprile scorso. Marcatamente “zenzerosa” fresca, croccante ma da mangiare con cautela. Alla decima patatina il gusto piccante dello zenzero brucia il palato e non si avverte più nulla. Patatina, dunque, destinata, ad un pubblico che sa assaporare ogni attimo dell’esperienza patatosa e fermarsi al punto giusto.
Lingua di bronzo, gradino più basso del podio, ex aequo per le patatine “gusto vivace” e “pomodorini di stagione”. Entrambe destinate ad un pubblico vegan, tendenzialmente triste ma modaiolo, attento agli ingredienti, che misura i milligrammi, le calorie e le parole. Qui si assaggia con discrezione, si valuta il richiamo ai prodotti mediterranei – peperoncino e pomodoro, anche se presenti solo in forma di aroma -, si considera la patatina quasi un episodio increscioso, una trasgressione.
Patatine San Carlo “più gusto”
In molti bar e supermercati