di Giancristiano Desiderio
Indro Montanelli consigliava la stampa, la vendita e la lettura del Mein Kampf di Adolf Hitler perché – spiegava – il male va conosciuto per essere respinto. L’opinione di Montanelli, molto probabilmente, non sarebbe stata condivisa dal sindaco di Benevento, Fausto Pepe, che con un’apposita ordinanza ha vietato sul territorio comunale la vendita del libro di Salvatore Riina Riina Family Life. Dunque, per respingere il male meglio la lettura o meglio la censura?
Giuseppina Casillo, titolare della Libreria del Castello a Solopaca, non ha dubbi: meglio la lettura. Con ottime motivazioni ha presentato al prefetto di Benevento un esposto contro l’ordinanza perché se l’atto amministrativo è applicato produce effetti giuridici contrari alle leggi vigenti sulla libertà di pensiero, di informazione e di stampa, in violazione dell’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. In altre parole, il rimedio proposto dal sindaco Pepe sarebbe peggiore del male perché andrebbe a costituire un precedente pericoloso in cui per motivi di ordine morale si deroga non solo ai principi dell’ordinamento giuridico ma allo stesso principio della libertà di espressione che attraverso informazione e conoscenza – come auspicava Montanelli – è un più valido rimedio per contrastare male e ignoranza.
Ma l’ordinanza del sindaco Pepe presta il fianco anche ad altre critiche. Benevento è la città delle streghe, dei processi e dei roghi e anche delle censure. Per lunghi secoli la città sannita è stata un’enclave dello Stato della chiesa e ha impiegato non poco tempo per affrancarsi dal retaggio dei processi inquisitoriali del regime pontificio. Il divieto di vendita di Riina Family Life – dice la libraia – “di fatto ci porta indietro nel tempo e ci proietta nella Benevento dell’Ancien Régime, quando la censura ecclesiastica permetteva la pubblicazione dei libri previa “licenza de’ Superiori”. I dettagliati regolamenti sulla stampa, emanati dal governo dei papi, in caso di pubblicazione senza licenza, stabilivano una multa. Nel caso del libro di Riina, però, a pagarne le spese potrebbe essere il comune di Benevento visto che l’editore ha presentato una diffida. La censura, dunque, è una via sbagliata. Sarebbe meglio ricordare la massima che si leggeva all’ingresso della biblioteca dell’abazia del Nome della rosa: “La biblioteca è testimonianza della verità e dell’errore”.