di Billy Nuzzolillo
L’ispezione di due agenti di polizia municipale nella sede della Biblioteca Melenzio mentre Giancristiano Desiderio ci si accingeva a tenere il primo dei tre seminari sulla storia del ‘900 organizzati dalla Pro Loco è solo l’ultimo episodio di una sorta di sconcertante Medio Evo in cui Sant’Agata dei Goti sembra essere piombata negli ultimi anni.
All’inizio ci furono gli incendi delle autovetture. Poi, a seguito della desecratazione delle audizioni del pentito Carmine Schiavone davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, riemerse prepotentemente la questione dei rifiuti tombati nelle viscere delle campagne santagatesi. E il sindaco, non gradendo alcuni articoli scritti da Giancristiano Desiderio (che solo pochi mesi prima aveva definito un’eccellenza della cittadina), mise pubblicamente al bando l’autore nel corso di un memorabile consiglio comunale. Sindaco che del resto qualche mese dopo, pur di non condannare la vile aggressione che subii ad opera dei supporter della sua creatura calcistica, rifiutò persino di commentare il pestaggio, risentito forse per precedenti miei articoli. Come dimenticare, inoltre, la vicenda degli zelanti vigili urbani che, poco dopo le elezioni, effettuarono dei controlli amministrativi all’edicola di una candidata nella lista avversa al sindaco e a un operatore commerciale del settore ittico, padre di un altro candidato. E, sempre a proposito della tornata amministrativa del 2014, come non ricordare anche la vicenda dell’anomalia dei duplicati delle tessere elettorali evidenziata dal Tar che, pur non essendo stata influente sul risultato, ha certamente sollevato non poche perplessità sul modo di operare di una parte della macchina comunale. Infine, la pretestuosa cancellazione della Strasopportico, dopo ben trentaquattro edizioni, e la successiva clamorosa protesta messa in atto da Claudio Lubrano e Giancristiano Desiderio.
L’episodio dell’altra sera va quindi inquadrato in questo contesto e riporta alla mente la frase di Leonardo Sciascia “Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia” contenuta nel libro “Il giorno della civetta”. L’ispezione dei due agenti di polizia municipale in biblioteca somiglia infatti a una scena di un film in bianco e nero ambientato nella Sicilia del secolo scorso. E risibili appaiono le giustificazioni addotte dal comandante della polizia municipale di Sant’Agata dei Goti perché la Biblioteca Melenzio è aperta da anni, vi si sono svolte molte iniziative e vi sono transitati molti illustri personaggi. Perché fare il controllo solo ora? Perché non scegliere un modo meno “impattante”, come quello ad esempio di concordare preventivamente una visita ispettiva dei luoghi? O forse le modalità con cui è stata messa in atto la visita non sono casuali, ma anzi volutamente simboliche?
Domande che certamente meritano risposte e il sindaco nella sua veste di massimo rappresentante dell’istituzione non può, ancora una volta, trincerarsi dietro il suo consueto e granitico silenzio perché stavolta in ballo, al di là degli aspetti meramente amministrativi, c’è l’immagine di Sant’Agata dei Goti e delle sue libertà civili. L’azione di pochi uomini non può trascinare ulteriormente un’intera cittadina (aimè, purtroppo silente…) nel baratro di una sorta di Medio Evo saticulano.
È’ pur vero e concordo fortemente che pochi uomini non possono trascinare una cittadina in una realtà anarchica,priva di regole e regolamenti,così come avveniva nel medio evo. La città di Sant’Agata e’ governata democraticamente da un’amministrazione eletta nel pieno rispetto delle regole e dei regolamenti così come sancito anche da una recentissima sentenza del Consiglio di Stato.In effetti sono pochissimi i cittadini,meno del numerico complessivo delle dita di due mani, che vogliono sovvertire le regole ed agire nella collettività senza rispettare i regolamenti. Ed è giusto che vengano effettuati i controlli.
Le ripropongo le domande contenute nel post: “Perché fare il controllo solo ora? Perché non scegliere un modo meno “impattante”, come quello ad esempio di concordare preventivamente una visita ispettiva dei luoghi? O forse le modalità con cui è stata messa in atto la visita non sono casuali, ma anzi volutamente simboliche?” (b.n.)
È risaputo che chi organizza manifestazioni deve attenersi alle normative previste. Mi meraviglia come persone di così vasta cultura ed intelligenza siano venute meno proprio nei regolamenti. Questo il mio pensiero in merito. Se ci fosse stata una regolare comunicazione preventiva circa lo svolgimento della manifestazione sicuramente non sarebbe andata così come da voi descritto. Il rispetto delle normative e dei regolamenti e’ una condizione essenziale di chi vive democraticamente in una collettività . Non si improvvisano manifestazioni in luoghi pubblici. Il comune e’ dotato nonché munito di regolamenti e normative. Basta semplicemente consultarli anche sul sito istituzionale della città. Grazie per l’attenzione .
Ho dato già una risposta,ma vedo cancellata la stessa e pertanto rispondo nuovamente: la location di cui parlate e’ di proprietà del Comune e pertanto non essendo una privata proprietà nella bliblioteca non si possono fare manifestazioni senza le dovute e necessarie richieste ai competenti organi. Tutto qui, semplice. Piuttosto,penso sia necessario conoscere le tegole.
Le mie domande sulla “tempistica” rimangono senza risposta….. (b.n.)