di Giancristiano Desiderio
A Sant’Agata dei Goti c’è un problema serio: il potere amministrativo vuole controllare tutto e tutti. Chiede e vuole con ogni costo il consenso totale. Non tollera il dissenso e chi dissente è isolato, delegittimato, perseguitato. La vita santagatese si è immiserita e ormai si svolge nell’ombra e nel silenzio. Ma sbaglia chi crede che il problema di Sant’Agata dei Goti riguardi solo Sant’Agata dei Goti. Non si tratta né di una vicenda personale né di una storia strapaesana. E’ un problema che coinvolge la vita politica e morale della provincia sannita in cui il partito della sinistra italiana usa ogni mezzo per assicurarsi il controllo sociale e schiacciare il dissenso.
L’ultimo episodio – l’ultimo di una lunga serie – si configura come un atto incostituzionale in cui si è ricorso all’uso illegittimo della polizia municipale per entrare indebitamente in libere e civili attività private come i seminari della Biblioteca Michele Melenzio. Mentre mi accingevo, con giovani, docenti e amici, a conversare su “Verità e Potere nel Novecento” si sono presentati due agenti della polizia municipale chiedendomi cosa facessi. I due vigili erano imbarazzati e mi hanno chiesto scusa perché si rendevano conto di fare ciò che non dovevano ma – hanno detto – eseguiamo gli ordini e dobbiamo verbalizzare. Che cosa si vuole? Molto semplice: dopo aver limitato in ogni modo, ricorrendo ad ogni mezzo burocratico, le attività dell’associazione Pro Loco Sant’Agata, dopo aver soppresso senza alcuna motivazione la trentennale gara podistica Strasopportico, dopo aver perseguitato l’amico Claudio Lubrano, ora si è passati a mettere nel mirino la Biblioteca Michele Melenzio e il sottoscritto che è colpevole di essere un uomo libero che lavora nella cultura con i giovani e gli uomini di buona volontà e che nonostante gli attacchi personali e istituzionali che ha più volte ricevuto resta al suo posto senza tradire la sua fede nella libertà che a tutti dovrebbe essere cara al di là delle antipatie e dei contrasti politici.
Mi chiedo – e chiedo a voi lettori – se su una vicenda così grave in cui un sodalizio culturale invece di essere garantito è osteggiato dalle forze amministrative, possano tacere i partiti politici, i deputati, gli uomini di governo, i giornalisti, le istituzioni? La storia della misera vita amministrativa santagatese va avanti da troppo tempo nell’indifferenza degli uomini politici più autorevoli e nella non curanza delle istituzioni che si voltano dall’altra parte. Uno storico malcostume meridionale.
Ho fondato la Biblioteca Michele Melenzio per onorare la memoria di un uomo di cultura della mia terra e per creare un laboratorio umanistico all’insegna dei liberi studi per le giovani generazioni. Credo fortemente che Sant’Agata dei Goti, come i tanti Sud dell’unico grande nostro Mezzogiorno d’Italia, necessiti di istituzioni liberali nascenti direttamente dalla società e che abbiano come loro fine e come loro mezzo la libertà delle attività umane che sono fatte di lavoro e studio. Quella che chiamiamo “questione meridionale” altro non è che il dovere della borghesia che nonostante tempi e decadenza pur esiste nelle nostre province e nei nostri paesi. Chi crede di impedirmi di svolgere il mio lavoro e di sopprimere o impossessarsi della Biblioteca Michele Melenzio non ha capito che l’attività culturale che svolgo non è un luogo fisico ma ideale e non si trova solo tra quattro mura ma nel mio petto e se non potrò tenere liberi seminari nel Palazzo Mosera li terrò a casa mia in via Giardinetto dove esiste un’altra Biblioteca messa fin da ora a disposizione – come già avviene – di giovani e studiosi desiderosi di respirare e vivere secondo libera ricerca. Questa è la mia fede, qui sto fermo, non posso fare altro.
Intanto, la vita continua. Il 26 aprile in Biblioteca ci sarà Gaetano Pecora che parlerà di Gaetano Salvemini e il 12 maggio ci sarà Corrado Ocone che si intratterrà sul liberalismo nel Novecento. Chi è interessato è invitato e chi con la sua presenza vuole dare un segno di adesione alla difesa della libertà di tutti è benvenuto. Fondamentalmente, amava sottolineare proprio Salvemini, la libertà è il diritto dei cittadini di dissentire.
Ho sposato una santagatese e mi accade di leggere notizie da e su S.Agata. L’episodio raccontato e’ molto grave. Il vero danneggiato non chi e’ costretto a subire le piccole prepotenze, ma chi le commette, chi trasforma la sua funzione in misera satrapia, mostrando il suo suo problematico rapporto con l’etica professionale . Chi teme il pensiero, le idee, la cultura non va preso in considerazione. Il liberale non molla, mai. Ho avuto il piacere di conoscere il prof. Melenzio, persona di grande sensibilita’ e cultura. Non conosco personalmente il nipote, ma so dove trovare i suoi libri; c’e’ una piccola casa editrice in quel di Macerata, un indirizzo conosciuto dai liberali. Mi servo li da liberale, anzi liberista per non fare torto a don Benedetto. Se fossi a S. Agata sarei in prima fila a quegli incontri. Sara’ molto interessante quello di Salvemini. Obblighero’ mio nipote a parteciparvi.