di Billy Nuzzolillo
Nel mese di ottobre sbarcherà in Italia Netfix, il colosso americano dello streaming online. Di qui l’offensiva messa in atto soprattutto da Sky che, grazie al nuovo dispositivo Sky Online Tv Box, è ora in grado di trasformare lo schermo televisivo in una smart tv al pari della Apple o Android Tv (strumenti, quest’ultimi, finora utilizzati solo dagli utenti tecnologicamente più evoluti).
Una vera e propria rivoluzione, dunque, che finirà per trasformare le abitudini televisive degli italiani. Non di tutti, però, perché l’era dello streaming online finirà per acuire ulteriormente il grave divario già esistente tra le aree digitalizzate e il resto del Paese.
Il cosiddetto digital divide finirà dunque per essere avvertito da una fetta sempre maggiore di popolazione e chi vive nelle aree interne del Mezzogiorno d’Italia finirà sempre più per sentirsi escluso, non solo a causa del progressivo taglio dei servizi in atto, ma anche in conseguenza dell’impossibilità di poter usufruire dei nuovi strumenti tecnologici.
In questo contesto generale la situazione del Sannio appare a dir poco drammatica e non si intravedono nemmeno possibili vie d’uscite a breve termine, anche perché il tema del digital divide ha interessato finora soprattutto gli imprenditori, costretti spesso a delocalizzare la propria attività in aree meglio servite dal punto di vista dei collegamenti Internet, mentre le istituzioni hanno preferito programmare investimenti solo per la realizzazione di opere infrastrutturali di tipo classico in modo da alimentare, attraverso la spesa pubblica, il loro sistema clientelare.
E così capita che chi vive in un piccolo centro finisca oggi per avvertire sempre più un frustrante senso di marginalizzazione territoriale perché non può accedere a quei servizi tecnologicamente avanzati che pure sono in forte espansione in gran parte d’Italia in quanto, come nel caso di Cerreto Sannita ad esempio, la centralina della Telecom è obsoleta e nessuna azienda è disposta a fare un investimento per impiantarne una nuova in quanto non avrebbe poi un ritorno economico a causa del ridotto numero di abitanti. Tipico caso, quindi, in cui ci sarebbe stata la necessità di un intervento pubblico per garantire un adeguato accesso alla Rete da parte dei cittadini.
Tutto ciò purtroppo non è avvenuto e il gap, in mancanza di interventi, è inevitabilmente destinato ad aumentare con il conseguente rischio che nei bellissimi centri storici del Sannio, terra – ricordiamolo – sempre più afflitta dalla piaga dell’emigrazione, non vorrà più stare nessuno. Nemmeno i tanto temuti migranti, anch’essi bisognosi di collegamenti adeguati per mantenere i contatti con la terra d’origine.