Vorrei raccontarvi una storia. I bambini della scuola bilingue di Benevento hanno ottenuto un grande risultato alla finale di Kangourou della lingua inglese. La conquista della finale era di per sé già un risultato ottimo ma vincere la finale e avere quattro bambini nei primi sette posti è qualcosa di speciale che segnala non solo il talento dei fanciulli ma anche il valore della scuola. Viviamo un tempo in cui si dà tanta attenzione alla scuola. Allora, facciamo un po’ di attenzione per davvero.
La scuola bilingue di Benevento non è statale ma paritaria (è pubblica, come ogni scuola, ma non è amministrata dal ministero, grazie al cielo e grazie al valore del suo fondatore Giuseppe Ciampa). Si chiama bilingue perché si studiano di base due lingue: italiano e inglese. Ma oltre all’inglese si studia anche lo spagnolo e il cinese con insegnanti madrelingua. Forse, l’unica altra scuola italiana dove si studia il cinese è l’Orientale di Napoli e da qui, infatti, provengono le maestre di cinese. Alla bilingue di Benevento le maestre seguono passo passo i bambini. Il lavoro fatto bene dà ottimi risultati. Soprattutto con i bambini che per natura capiscono, anche sul piano giocoso, il senso della bella e grande impresa e si impegnano con partecipazione. Ma la scuola bilingue è un’eccezione.
Qualche mese fa il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rilasciò un’intervista radiofonica alla trasmissione Un giorno da pecora e annunciò una riforma già esistente da ben undici anni: “L’inglese? Oh, beh, lo introdurremo alle elementari dal settembre 2015”. Capito? Ecco perché una scuola elementare paritaria è la prima in Italia nell’insegnamento dell’inglese: il ministro non sa nemmeno che nelle scuole elementari l’insegnamento obbligatorio dell’inglese è stato introdotto nel 2003. Questo a conferma che la scuola non è affare di Stato ma affare di cultura, di educatori, di uomini avveduti e di buona volontà che organizzano il sapere e ne fanno strumento per la formazione umana. La scuola deve ritornare alla scuola. Gli insegnanti più che difendere il loro posto di lavoro, che nessuno gli tocca, devono rivendicare il loro potere di fondare scuole in piena libertà. Come diceva molto bene don Sturzo “gli italiani non saranno liberi fino a quando non sarà libera la scuola”. E allora veniamo alla storia che vi avevo promesso.
Nei primi sette classificati alla finale del Kangourou della lingua inglese per le scuole elementari ben quattro provengono dalla Scuola Primaria Paritaria Bilingue di Benevento. E’ un caso che non ha precedenti perché non riguarda un’individualità ma una scuola intera. Il vincitore, Fausto, è uno dei quattro bambini beneventani: Dario che è giunto quarto, Giuseppe sesto e Leonardo settimo (il secondo, il terzo e il quinto posto sono andati a bambini di Cagliari, Milano e Crotone). La finale si è svolta alla fine di maggio a Cervia-Mirabilandia e vi hanno partecipato venticinque giovanissimi studenti di inglese dopo una selezione nazionale su quattromila partecipanti. La scuola bilingue di Benevento era riuscita a portare in semifinale dieci studenti sui ventotto della Campania. Ma che lavoro c’è dietro un risultato di questo genere?
Nella scuola bilingue di Benevento, che è stata fondata nel 1976 da Giuseppe Ciampa, i bambini studiano l’inglese cinque ore la settimana a partire dalla prima elementare. Le insegnanti di inglese, Donatella Caterina e Livia Mainiero, seguono i bambini con particolare dedizione e l’insegnamento non si ferma al sillabario e ai libri di lettura ma riguarda la pratica linguistica che porta i bambini alla fine dell’anno a recitare a teatro Shakespeare in inglese. Così il risultato ottenuto dai quattro bambini di Benevento – Dario, Giuseppe, Leonardo e Fausto – è allo stesso tempo frutto del talento e dello studio ben curato. “Ho sempre creduto nella necessità dello studio dell’inglese fin dalla più tenera età – dice il direttore Ciampa – e come eravamo all’avanguardia ieri siamo all’avanguardia oggi: infatti, qui i bambini studiano non solo l’inglese ma anche lo spagnolo, il cinese e l’informatica”. Si tratta di un caso più unico che raro non solo in Campania ma in Italia: a insegnare il cinese ai bambini ci sono due insegnanti madrelingua che provengono dall’Istituto Confucio dell’Orientale di Napoli. “Le nostre insegnanti oltre ad essere preparate nella loro materia d’insegnamento hanno un’ottima cultura di base e sanno utilizzare le tecnologie. La nostra scuola è un laboratorio in cui si fa ricerca e si promuove il merito perché viviamo in un mondo in competizione e non dobbiamo aver paura della competizione ma farne motivo di educazione e crescita. E’ intenzione ferma della nostra scuola – confida il direttore Ciampa – estendere la competizione, che proprio perché seria ha anche un suo elemento giocoso, anche agli altri insegnamenti come l’italiano, lo spagnolo, il cinese e la matematica e affrontarla, inoltre, non solo sul piano nazionale ma internazionale perché non possiamo e non dobbiamo chiuderci nel nostro piccolo mondo. I bambini ci seguono nelle grandi sfide e si formano nell’impegno e nel lavoro”.
Il Kangourou della lingua inglese si svolge con il partenariato scientifico del Cambridge English Language Assessment e conferisce i certificati Cambridge English. Il vincitore del gioco-concorso, che sarà premiato all’ambasciata britannica di Roma, avrà la possibilità di trascorrere una vacanza studio a Cambridge e continuare il lavoro di apprendimento e conoscenza. Tuttavia, al di là del gioco-concorso e dei premi e dei primi e dei secondi ciò che conta realmente nell’interesse dei giovani è la coscienza che gli adulti devono avere della pratica scolastica che non può essere più demandata ad altri – Stato, governi, maggioranze, partiti, sindacati – ma deve ritornare nel suo luogo d’origine che è la libertà umana e il bisogno che la società ha di allevare, educare, formare, istruire, ricercare, sperimentare.