La santa patrona del Mezzogiorno è Santa Spesa. Tutti si rivolgono a lei: partiti, disoccupati, lavoratori socialmente utili, imprese, famiglie, intellettuali, artisti. La Santa, per la quale in tanti intercedono redigendo progetti e istruendo pratiche, fa molte più grazie di San Gennaro che pure ne fa tredici al giorno. La Santa, così presente nella vita statale, parastatale e sociale del Sud, è la Nostra Signora della Spesa Pubblica. Anche nel resto dell’Italia il culto di Santa Spesa è diffuso e praticato ma è nel Mezzogiorno che i suoi interventi sono straordinari. Tanto che fu persino istituita una Cassa per il Mezzogiorno proprio per l’ “intervento straordinario”. Ora che la Cassa non c’è più sono in tanti a rimpiangerla. Soprattutto i politici, vecchi e nuovi, che vedono come unica via d’uscita dalla crisi il ricorso a Santa Spesa.
In Italia il taglio della spesa pubblica è tabù. Guai a pensare seriamente di ridurre i costi della mostruosa macchina statale. Il signor Cottarelli che voleva tagliare è stato tagliato. Tutti i partiti, di qualunque ordine grado e colore, formano un solo grande partito: il Partito Unico della Spesa Pubblica. Anche se la Costituzione è stata ridicolmente definita “la più bella del mondo”, mai nessuno ha preso seriamente l’articolo 81 che Luigi Einaudi scrisse di suo pugno per scolpire a caratteri chiari che ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Gli italiani sono tutti spontaneamente keynesiani: Keynes ancora non c’era e loro già erano keynesiani. Gli italiani tutti favorevoli, tranne delle irrilevanti eccezioni, all’intervento statale nell’economia e se malauguratamente i soldi non dovessero essere sufficienti allora si farebbe ricorso ai debiti. L’importante non è produrre ricchezza ma ridistribuirla e se la ricchezza è inesistente – perché qualcuno la dovrà pur produrre – allora si fanno debiti che sono l’illusione della ricchezza. E’ il completo ribaltamento della posizione di Einaudi, che è sempre quello che contribuì a scrivere la Costituzione più bella del mondo che piace tanto a tutti quando dice scemenze ma è ignorata da tutti quando dice qua e là cose serie. Il gioco dei debiti funziona a meraviglia fino a quando qualcuno non si alza al mattino e dice: “Pagatemi”. Il primo che lo fa, fa cadere una montagna di carte. A quel punto neanche Nostra Signora della Spesa Pubblica riesce a fare il miracolo perché, al contrario, la benedizione si trasforma in maledizione, la donatrice si trasforma in una sanguisuga, la serva diventa padrona e dalla spesa si passa alle tasse che aumentano sempre più per alimentare una serva-padrona che è la fonte dell’impoverimento e della corruzione.
Un economista dotato di buon senso ha osservato che i partiti meridionali sembrano associazioni a scopo di lucro. La loro finalità è chiara: intercettare finanziamenti pubblici. La politica meridionale ha come suo scopo primario la conquista dell’ufficio pubblico – il Palazzo d’Inverno e di ogni altra stagione – per la gestione della spesa che, al contrario del detto religioso or ora ribadito anche da Francesco – il papa, non il Santo – “il denaro è lo sterco del diavolo”, è subito trasformata in oggetto di culto, con processioni, intercessioni, commissioni, fino ad essere riconosciuta come la Santa più Santa che ci sia: la Signora dei Miracoli. L’epoca degli interventi straordinari è finita e bisogna iniziare con il liquidare quelle serve-padrone che sono le Regioni, tuttavia nel Mezzogiorno l’industria dell’intermediazione politica che accomuna servi e padroni si adegua sempre, anche se questo significa scendere sempre più i gradini dei gironi infernali e la scala della dignità umana.
Caro Giancristiano, basta documentarsi un pochino e si scopre che il più grande debito pubblico lo hanno, in assoluto,lo stato più meritocratico, efficiente e capitalistico del mondo: gli USA. Relativamente al PIL, circa il 220% un altro stato molto virtuso dal punto di vista capitalistico: il Giappone. La tua critica al SUD piagnone e affamato di assistenzialismo è solo un orpello ideologico liberale-liberista, smentito dai fatti e dalle cifre reali e concrete.
Mario Fragnito
Caro Mario, ci sono debiti sostenuti dall’economia e debiti che sostengono l’economia. Vedi tu quello di Santa Spesa quale dei due è (gd)
Caro Giancristiano, hai ragione, ma solo in parte. Il problema è che la maggior parte dei debiti servono ormai per far “girare” un’economia che sempre di più è in crisi. Infatti, questi debiti non vengono mai ripianati, ma semplicemwente sostituiti con altri debiti più grandi rimandando ad un improbabile futuro il loro rientro. La vulgata dell’economia mainstream recita che alcuni stati, organismi finaziari o imprese sono “troppo grandi per fallire”. Cioà non si possono far fallire senza causare un collasso del capitalismo a livello mondiale. Diversa, invece, è la sorte che tocca alle singole persone o piccole imprese. Queste possono tranquillamente fallire senza che nessuno se ne preoccupi. Si adottano pesi e misure diversi che non serviranno a salvare il capitalismo dalla sua sorte.