Si possono trascorrere due anni in carcere senza processo? In Europa no, in Italia sì. Le accuse nei confronti di Nicola Cosentino sono gravi – concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza, estorsione – ma devono essere dibattute e dimostrate. In carcere si deve entrare dopo e non prima del processo. Né da indagati, né da imputati ma da colpevoli. In Italia le leggi sono capovolte: prima la galera, poi il processo. L’ex sottosegretario all’Economia può non piacere e i fatti che gli vengono contestati sono odiosi ma le regole fondamentali del diritto non possono non valere anche per lui. Altrimenti si assiste a uno strano paradosso: ci sono uomini politici condannati che sono candidati alle elezioni, mentre Cosentino non è condannato ma è in galera.
Indro Montanelli diceva: “Purtroppo, in Italia non esiste l’habeas corpus”. Non è una questione di leggi, articoli e commi ma di tradizione, civiltà e giustizia: l’arresto deve essere legittimo ossia posteriore al processo e non anteriore. Non si può trascorrere una parte della propria vita in carcere senza esser stati processati. La custodia cautelare, dilatata nel tempo, si trasforma in una pena prima del processo e l’imputato tratto in arresto è condannato prima dall’opinione pubblica e poi (eventualmente) dal tribunale . Può non piacere, ma è questa la condizione nella quale si trova oggi Nicola Cosentino che proprio ieri, partecipando in videoconferenza da Terni al processo che si svolge a Santa Maria Capua Vetere, si è potuto presentare come un martire o un prigioniero politico dicendo: “Non voglio buttarla in politica ma questo processo ha una chiara origine politica; nel 2005 persi le Provinciali e mi domando come mai se ero un referente della camorra ho perso elezioni così importanti; non sono mai stato citato in Gomorra né in Spartacus e le indagini condotte egregiamente sui lavori di metanizzazione nella Regione vedono coinvolti persone dell’altra parte politica”.
Cosentino – Nick ‘o ‘mericano – è stato arrestato, poi trasferito ai domiciliari, successivamente scarcerato, quindi arrestato nuovamente. L’unica cosa che non c’è è la condanna processuale che ogni imputato dovrebbe ricevere da uomo libero e non da carcerato preventivo. Cosentino fu accusato di collusione con la camorra in base alle dichiarazione di Carmine Schiavone: “Ero amico di Cosentino. Intervenni per farlo votare”. Raffaele Cantone, all’epoca pubblico ministero, ritenne false quelle dichiarazioni. L’indagine fu archiviata. Ma sulla base di altre rivelazioni Cosentino è stato arrestato. Da due anni.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 17 aprile 2015