Vorrei recuperare la mia vecchia ma sempre utilissima categoria del potere inutile applicata alla sinistra democratica per commentare le ultime novità che nel pieno dell’epoca del renzismo, in cui molto spesso, e con falsa coscienza, si sostiene che la burocrazia è il male e la politica è il bene, ci mostrano che anche la rottamazione è una puttanata da rottamare. Al Nord, con significative propaggini anche al Sud, il potere inutile del Pd è molto utile al mondo delle cooperative: entrambi, il Pd e le cooperative, solidarizzano tra loro e si aiutano secondo il principio del mutuo soccorso e del mutuo appalto. Un sistema che sembra faccia derubricare a giochino da ragazzini persino Mani Pulite e quel famigerato 1992 che ora passa sugli schermi Sky tra abbondanza compiacente di fica e un’abbondanza interpretativa compiacente per l’ex comunismo del tempo escluso da Tangentopoli. Tutto questo mondo sembrava essere scomparso con il passaggio dal berlusconismo al renzismo. Invece, l’unica cosa che è mutata è la compiacenza: il berlusconismo era uno schifo, il renzismo è una delizia. Lo stesso Renzi, che nei confronti del berlusconismo è molto più benevolo dei suoi adulatori, se ne è convinto e adotta una strategia semplice ma utile. Quando non gli conviene Matteo Renzi finge di non vedere.
Ad esempio, finge di non vedere che il Partito democratico del Sud è un’altra cosa rispetto al Partito democratico del Nord. Qui la cooperazione avviene in modo diverso. Al di sopra del Garigliano è stata prima teorizzata e poi attuata la rottamazione già da rottamare. Al di sotto del Garigliano la rottamazione è stata prima metabolizzata e poi liquidata, portandosi così avanti con l’inevitabile programma trasformista. Il segretario del Pd e il presidente del Consiglio nell’ex Regno delle Due Sicilie non sono riusciti a cambiare verso al Pd perché è prevalso il teorema del Principe di Salina: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Qui il renzismo è finito prima di iniziare e Renzi, che sa usare l’idealismo per la propaganda e il realismo per il governo del partito, si è adeguato. Per cambiare verso al partito, del resto, sarebbe stato necessario disporre di una classe dirigente di ricambio ma al Sud la classe dirigente è classe digerente: quella è e quella rimane. Cambiano i governi, passano gli scandali, tutto si muove e tutto cambia tranne il Sud. Qui il Pd non è una novità ma una tradizione. In un modo o nell’altro governa in Sicilia, in Puglia e ha governato per vent’anni – la lunga stagione del berlusconismo – nella terza regione d’Italia: la Campania. Tuttavia, nulla è mai cambiato. Come mai? Perché il Pd è il partito che non usa il potere per governare ma usa il governo per rafforzare il potere. Un po’ come fanno tutti, solo che se lo fa la sinistra si chiama riformismo, se lo fanno gli altri si chiama contro-riformismo. Stranezze del giornalismo illuminato senza luce. Così al Sud il Pd è diventato il partito del potere inutile. Al Nord è il partito del potere utile alle cooperative.
La classe digerente meridionale è selezionata, da destra a sinistra e da sinistra a destra, con l’uso strumentale e perverso dei soldi pubblici. Proprio il Pd, quando era ancora Pds, è stato il principale artefice prima della teorizzazione e poi dell’attuazione della “nuova programmazione”, come ha osservato Nicola Rossi. In Campania la sinistra non solo ha governato per due decenni di fila da Palazzo San Giacomo a Palazzo Santa Lucia, ma ha messo su un vero sistema di potere che non ha avuto nulla da invidiare alla Democrazia cristiana del tempo dei viceré come Gava e Pomicino. Tuttavia, nonostante la grande concentrazione di potere e la lunga stagione di governo, non ci sono stati risultati di nessun tipo, fatta eccezione per il dramma dei rifiuti e il deficit finanziario e clinico del sistema sanitario. Forse, davvero mai nessun partito ha avuto tanto potere non solo politico ma anche intellettuale e sociale, dal momento che la sinistra ha goduto del plauso e dell’approvazione di scrittori, registi, philosophes che videro nel bassolinismo insieme, addirittura, il Rinascimento e una nuova stagione dei Lumi. Tuttavia, mai nessun potere è stato più inutile.
Questa inutilità di fondo del Partito democratico al Sud e, in senso più ampio, del potere meridionale è rimasta invariata anche al tempo del renzismo. Il segretario del Pd e il presidente del Consiglio si sono limitati a fare una semplice scelta: tenere la classe digerente meridionale fuori dal governo e affrontare la questione del Sud con la gestione dei fondi europei affidata a un uomo del Nord. Così, almeno, il potere inutile sarà utile elettoralmente. E’ una sorta di sistema delle cooperative innalzato a cooperazione nazionale tra Nord e Sud nel nome unitario dello sfascio d’Italia.