Sono quattro i tronconi d’inchiesta che il Gup Sergio Marotta ha trasmesso alla Procura di Benevento, dichiarando la propria incompetenza territoriale.
Si tratta della vicenda degli appalti di Cerreto Sannita (imputati Paolo Budetta, Carlo Camilleri, Antonella Scocca e Francesco Cardone), dei fatti relativi alla Comunità montana del Taburno (Vincenzo Lucariello, Domenico Umberto Principe, Carlo Camilleri e Giuseppe Urbano), della nomina dell’assessore Melotta nella giunta comunale di Cerreto Sannita (Camilleri, Fernando Errico e Scocca) e, ancora, della vicenda dell’area Pip pure di Cerreto Sannita (imputati Camilleri, Scocca e Letizio Napoletano).
A Salerno sono invece finiti gli stralci riguardanti la vicenda dell’Autorità di bacino del Sele (imputati Camilleri, Nocera, Luigi Stefano Sorvino e Domenico Pianese) e un’altra inchiesta in cui Carlo Camilleri è co-imputato con Vincenzo Liguori, per una vicenda di “raccomandazioni” presso un assessorato della Regione Campania.
Il troncone “napoletano” (udienza del 15 febbraio 2010) riguarda la vicenda dell’Asi Benevento (imputati Camilleri, Luigi Nocera e Abbamonte), la tentata concussione al manager sanitario Annunziata (Felice Casucci, Lonardo, Ferraro, Abbamonte ed Errico), rivelazione di segreto d’ufficio (imputati Franco Trusio, Lucariello e De Maio).
Non luogo a procedere per la vicenda del complesso urbanistico di Sapri (Erminia Florenzano, Camilleri e Carlo Banco), di abuso d’ufficio (Trusio, Lucariello e De Maio) per un ricorso al Tar, e per il capo 11 dell’impianto accusatorio (Camilleri, Lucariello, Principe e Abbamonte), che riguarda la Comunità montana Taburno.
Il commento di Vittorio Fucci
“C’è da domandarsi – afferma l’avvocato Vittorio Fucci, vice responsabile nazionale del Dipartimento Giustizia dell’Udeur – alla luce della sentenza del giudice dell’Udienza preliminare (incompetenza territoriale dichiarata per otto capi d’imputazione, sentenza di non luogo a procedere pronunciata per tre capi di imputazione e rinvio a giudizio per solo tre capi), se sia stata giusta, sul piano giuridico e dell’opportunità generale, la bufera abbattutasi sull’Udeur, a gennaio del 2008, a seguito delle ordinanze di custodia cautelare che furono emesse”.
Riepilogo dell’udienza preliminare
(Ansa) Napoli 26 ottobre 2009 – Una presunta concussione ai danni del direttore di una Azienda ospedaliera di Caserta per indurlo ad eseguire nomine di persone vicine o indicate dall’Udeur. Con questa accusa il presidente del consiglio regionale della Campania Sandra Lonardo sara’ processata – prima udienza il 15 febbraio prossimo – dalla undicesima sezione del Tribunale di Napoli. Lo ha deciso oggi, al termine dell’udienza preliminare, il gup Sergio Marotta che ha rinviato a giudizio lady Mastella e altri nove imputati.
E’ questo l’epilogo della vicenda giudiziaria, avviata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, che nel gennaio dello scorso anno portò al coinvolgimento dell’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella provocando la repentina caduta del governo Prodi. Una indagine – poi trasferita a Napoli per competenza territoriale – in cui veniva designato un quadro di condizionamenti per incarichi e appalti che vedeva protagonisti esponenti di primo piano e amministratori locali dell’Udeur. Il rinvio a giudizio giunge a pochi giorni dall’emissione di provvedimenti cautelari – divieti di dimora e sospensioni dall’esercizio di professioni e incarichi – disposti nell’ambito di una ‘costola’ di quell’indagine, basata soprattutto su presunte irregolarità nella gestione dell’Arpac, l’agenzia regionale per l’ambiente. Per la Lonardo – nel quadro di questa seconda ‘tranche’ dell’inchiesta – è stato ordinato il divieto di dimora in Campania e in alcune province limitrofe.
‘Il giudice ha evidentemente sentito l’esigenza che sulla vicenda del dottor Annunziata – l’unica che mi riguarda – si compisse un più approfondito accertamento nella sede naturale che è quella del processo’. ha commentato il presidente dell’assemblea regionale della Campania. ‘Sono assolutamente certa – ha sottolineato – che la mia completa estraneità troverà piena dimostrazione nel dibattimento. Dagli atti emergono solo millanterie e d episodi riferiti da terze persone.
Soprattutto, nessuno ha mai riferito che io abbia chiesto alcunchè al dottor Annunziata’.
L’unico capo di imputazione contestato alla Lonardo si riferisce infatti alle presunte pressioni esercitate nei confronti di Annunziata, direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Sebastiano di Caserta, che si sarebbe rifiutato di dare incarichi di primari e dirigenti di professionisti vicini all’Udeur.
Tra i rinviati a giudizio anche gli ex assessori Andrea Abbamonte e Luigi Nocera, consiglieri regionali Udeur, Ferdinando Errico e Nicola Ferraro, nonche’ Carlo Camilleri, consuocero di Clemente Mastella e l’ex segretario del Tar della Campania, Vincenzo Lucariello. La posizione dell’ex ministro Clemente Mastella fu stralciata in attesa delle decisioni del Parlamento europeo. Nella prima fase delle indagini, quando a condurre l’inchiesta erano i magistrati casertani, era stato ipotizzato anche il reato di associazione per delinquere, ma tale impostazione accusatoria non era stata condivisa dal pm di Napoli Francesco Curcio il quale, nel formulare le richieste di rinvio a giudizio, aveva escluso il capo di imputazione principale.
Per la vicenda dell’azienda ospedaliera di Caserta il gup ha disposto che siano processati per concorso in tentativo di concussione , oltre alla Lonardo, anche Ferraro, Errico, Abbamonte e il docente universitario Felice Casucci.
Abbamonte, Camilleri e Nocera sono a giudizio per una presunta concussione ai danni del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, per avere, secondo l’accusa, costretto bassolino a nominare come commissario dell’Asi (Area di sviluppo industriale), una persona indicata da Mastella.
Rinvio a giudizio per l’ex segretario del Tar Campania Vincenzo Lucariello e il giudice amminsitrativo Ugo di Maio per rivelazione del segreto di ufficio. Il gup ha inoltre disposto diversi proscioglimento e per altri capi di imputazione, soprattutto abusi di ufficio, ha trasmesso gli atti alle procure di Benevento e di Salerno per competenza territoriale.