di Giancristiano Desiderio
“Quando il 1° luglio del 1963 il presidente Kennedy venne a Napoli, reduce da Berlino dove disse il famoso ‘Io sono berlinese’, io ero lì a Capodichino ad ascoltarlo insieme con mia madre Adele e zio Giovanni De Blasio. E’ stato detto più volte ed è vero: il nonno è la figura centrale nella formazione di Bill. Non a caso ne ha voluto ereditare il cognome ed è grazie al nonno che Bill entrò in contatto con i democratici americani e i Clinton. Tutto iniziò con zio Giovanni che fu sostenuto nella sua impresa sartoriale dai Kennedy”. Arturo Mongillo, cugino del sindaco di New York, sembra esser diventato un po’ il portavoce santagatese di Bill De Blasio. A Sant’Agata dei Goti è stato sindaco dal 1988 al 1989. Altri tempi, anche se qui il tempo sembra essersi fermato come nella controra agostana. Il cugino americano – ma lui corregge: “italo-americano” – lo chiama simpaticamente King Arthur e a lui fa piacere ma, soprattutto, “mi fa piacere il grande interesse che c’è a New York per Sant’Agata dei Goti ed a Sant’Agata dei Goti per New York”. Non c’è dubbio. In paese tutti chiedono del sindaco della Grande Mela che chiamano come uno di loro solo per nome: “Quando arriva Bill? Dove andrà Bill? Cosa farà Bill?”. Si sa una sola cosa: che arriverà verso le 13 del 23 luglio. Il resto è già leggenda. Mentre il cugino italiano, ricordandosi di essere stato sindaco, prova – diciamo così – a storicizzare: “Il ritorno di Bill a casa sua come sindaco di New York sarà una grande giornata storica per il nostro paese: sono attese almeno cinquemila persone. Bill sarà felice e sono certo che non deluderà i santagatesi”. Il sociologo Domenico De Masi, anche lui santagatese, ha detto che tra New York e Sant’Agata dei Goti si può creare un “ponte turistico” e la bella Sant’Agata dei Goti può rientrare nei tour italiani e campani degli americani. “Sì, anche io credo che sia una cosa fattibile, soprattutto perché il legame tra Bill e il suo paese d’origine è saldissimo”. Tutto viaggia su un ponte d’amorosi sensi.
E’ così. De Blasio, che verrà con la sua famiglia, ha forte il senso delle radici e non vi rinuncia. “Giunto in Italia, il suo primo pensiero è Sant’Agata e qui verrà subito per trascorrervi il pomeriggio e la serata. Parlerà al nuovo campo sportivo intitolato alla memoria di Ugo Ievoli? Oppure in Piazza Umberto I, all’ombra della statua di Sant’Alfonso, nel cuore della cittadina? Non lo sappiamo ancora, gli americani sembrano un po’ divertirsi a mantenere qualche segreto. Ma ciò che posso dire è che Bill, al quale verrà riconosciuta la cittadinanza onoraria, parlerà direttamente ai santagatesi, a coloro che considera semplicemente la sua gente. Mi dispiace che non vedrà mia madre che è scomparsa qualche mese fa”. Vedrà, però, Luigi Maria Mongillo, l’altro cugino, fratello di Arturo e a tutti noto come Ninni. E’ la persona alla quale Bill De Blasio è più legata da sempre perché custodisce la memoria familiare e cittadina con un ricchissimo archivio di fotografie, documenti, filmini d’epoca.
Bill De Blasio è stato delegato all’edilizia pubblica nell’amministrazione Clinton, difensore civico al comune di New York ed ha una passione per il calcio. In occasione degli ultimi mondiali ha indossato la maglia della Nazionale statunitense. “Però, la sua passione calcistica nasce con il Napoli – dice King Arthur ricordando che anche lui, come il cugino si è interessato di edilizia pubblica come presidente Iacp a Benevento ed è stato per anni vicepresidente dell’Ordine degli avvocati – e per il Napoli sarebbe capace di far pazzie. A New York il Club Napoli è una creatura dei durazzanesi e Durazzano è qua vicino: Bill è tesserato del Club Napoli. Anche il nonno aveva un debole per il Napoli, anche se diceva di non capire come Lauro, sindaco di Napoli e presidente del Napoli, avesse potuto spendere tanti soldi – 105 milioni di vecchie lire – per comprare Jeppson, quello che i napoletani ribattezzarono ‘o Banco ‘e Napule”.
tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 17 luglio 2014