Con la collaborazione del Comune di Castelvenere sabato 7 giugno, alle ore 19, in piazza San Barbato sarà presentato il libro ‘Castelvenere 1943 – 1948. Uomini e storie dal fascismo alla Costituzione’ di Pasquale Carlo. All’incontro, moderato dal giornalista Billy Nuzzolillo, parteciperanno il sindaco castelvenerese Alessandro Di Santo, il presidente dell’Associazione Storica Valle Telesina Michele Selvaggio, il presidente dell’Assocaizione nazionale partigiani d’Italia di Benevento Antonio Conte e lo storico Luigi Parente, già docente di Storia dei partiti e dei movimenti politici e di Storia contemporanea all’Università ‘L’Orientale’ di Napoli.
Si tratta di una raccolta di storie e vicende umane che coinvolgono gruppi sociali, famiglie, nomi della Castelvenere durante il periodo del passaggio epocale tra la seconda guerra mondiale ed il momento immediatamente iniziale della ‘ricostruzione’. Un dettagliato racconto del processo collettivo, di difficile percezione per i protagonisti stessi, che stravolse il tessuto sociale e culturale di un piccolo paese del Sud dell’Italia.
Tanti gli argomenti trattati nel lavoro. Particolare spazio è dedicato alle pagine della guerra che percorre il paese nell’autunno 1943: dai bombardamenti aerei alleati alla strage perpetrata dai Tedeschi in ritirata alla contrada Foresta, dalla ricostruzione delle vicende militari di tutti i soldati castelveneresi deceduti nel conflitto mondiale al contributo dei militari venneresi alla Liberazione. Dettagliata anche la ricostruzione degli anni della fame e dell’alimentazione regolata dalla tessera annonaria. A seguire, una particolareggiata fotografia sulla ripresa della vita politica, con lo scontro tra le fila liberali, la meteora qualunquista e la nascente Democrazia cristiana. Per la prima volta, poi, vengono pubblicati i dati di tutti i Comuni sanniti relativi al referendum istituzionale del 2 giugno 1946. In conclusione, le vicende relative alla ripresa socio-economica, con lo sviluppo della vita associativa in paese.
“Una ricerca che vuole comporre un quadro complessivo – scrive il senatore Antonio Conte nell’introduzione – della vita locale nel periodo più drammatico vissuto dalle famiglie e dalle persone di Castelvenere (come di tutti i paesi italiani…), non può essere interpretata come esercizio di scrittura rievocativa: scorre, nella pagina, il sentire del cittadino-ricercatore-studioso che indaga, all’interno del divenire storico sociale, le ragioni profonde, costitutive, di una aggregazione umana (appunto, il paese Castelvenere…) su cui non deve dispiegarsi la devastante pratica dell’oblio e della misticazione. Il piccolo paese al tempo della guerra, la comunità di castelveneresi nelle stagioni della fame e della speculazione, le colline delle trasformazioni produttive e i laboratori politici attivi durante e dopo la dittatura (peraltro, senza sostanziale discontinuità…), sono solo alcuni temi che – nel loro intrecciarsi ed inseguirsi, neanche attenendosi ad una rigida cadenza cronologica – fanno prendere corpo alla intenzione dell’Autore di recuperare i vari aspetti che concorrono alla integrale totalità della ‘moderna’ Castelvenere intorno alla metà del ‘secolo breve’”.