Il quotidiano Il Mattino titola oggi: “De Girolamo, c’è la svolta. Cinque nomi nel mirino del pm”. Secondo il cronista Leandro Del Gaudio, le ipotesi di reato battute dalla Procura sannita sarebbero l’associazione a delinquere, l’abuso d’ufficio e la turbativa d’asta. Ipotesi che, del resto, confermerebbero l’impostazione del gip Cusani, che nella sua ordinanza ha fatto esplicitamente riferimento ad un “direttorio politico-partitico”, che stando a quanto emerge dagli stralci di registrazione finora pubblicati potrebbe comprendere l’avvocato Giacomo Papa, storico amico e consigliere della famiglia De Girolamo, il giornalista Luigi Barone (all’epoca portavoce della deputata sannita, oggi direttore del portale web del ministero delle Politiche agricole), il direttore generale della Asl, Michele Rossi e quello sanitario, Mino Ventucci.
Insomma, come da noi già ipotizzato l’indagine è destinata ad allargarsi, smentendo la tesi accreditata dagli ambienti vicini ai vertici dell’Asl secondo cui da un lato c’è il classico mariuolo, il furfante preso dalla magistratura con le mani nel sacco (Pisapia) e dall’altra gli irreprensibili rappresentanti di un’istituzione che nulla avevano a che fare con il reo.
Considerazioni analoghe, del resto, sono state fatte nei giorni scorsi anche dall’inviato della Stampa, Guido Ruotolo : “Ora, tutte le pieghe della vicenda sono al vaglio della magistratura. E c’è da scommettere che le sorprese, nella prossime ore, non mancheranno”. Considerazioni basate anche su quanto scritto dal gip Flavio Cusani: “Dall’esame del fascicolo trasmesso dal pm, emerge che non tutti gli atti di indagine risultano essere stati trasmessi a questo gip con la richiesta in esame, avendo il pm provveduto a tenerne riservati alcuni (di cui è rimasta però traccia fra gli atti trasmessi), evidentemente non strettamente conferenti ai fatti per i quali richiede l’applicazione di misure cautelari”). Secondo Ruotolo, “c’è un passaggio del gip nella sua misura che lascia ipotizzare che la mannaia della giustizia sia destinata ad abbattersi contro quel «ristretto direttorio politico-partitico» che governa la Asl… un direttorio politico che ha fatto riferimento al Pdl. A Nunzia de Girolamo e ai vertici Asl da lei indicati”.
A tal proposito, come ha fatto rilevare anche Fulvio Bufi sul Corriere della Sera, Pisapia nel suo interrogatorio del 14 gennaio 2013 davanti al pubblico ministero di Benevento, Giovanni Tartaglia Polcini, ha sostenuto che a Benevento «si fa proselitismo politico utilizzando la pubblica amministrazione e gli stipendi per le commissioni», rispondendo con un secco «sì» quando il magistrato gli ha fatto notare che con queste affermazioni stava facendo accuse «di voto di scambio o quanto meno di abuso di ufficio».
In ultimo c’è da rilevare che l’inviato della Stampa, Guido Ruotolo, nel suo articolo fa anche cenno ad una “Procura impaurita e bene inserita nella società civile beneventana con mogli, mariti e parenti nelle professioni (da avvocati a tecnici) che vivono di incarichi e consulenze da parte delle amministrazioni pubbliche “.
Ora, non c’è dubbio che a Benevento, come del resto in ogni piccolo capoluogo di provincia, ci siano intrecci familiari ai limiti dell’incompatibilità, ma è anche vero che c’è un altro aspetto da tener ben presente: potrebbero mai, seppure volessero, il procuratore Maddalena e il sostituto Tartaglia Polcini non tener conto delle eventuali notizie di reato contenute nella documentazione in loro possesso sapendo che prima o poi le registrazioni depositate da Pisapia saranno rese pubbliche dai giornali vista la rilevanza mediatica assunta dal caso per il coinvolgimento, sia pure indiretto, del ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo?
Insomma, c’è solo da attendere fiduciosamente che i magistrati completino il proprio delicatissimo lavoro d’indagine.