Ho quarantacinque anni e da più di trenta sento parlare della chiusura o della regolamentazione del traffico delle automobili nel centro storico di Sant’Agata dei Goti. Se vi dico, come il signor Baglioni, che mi sono rotto i coglioni, mi potete dare torto? E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago piuttosto che si riesca a regolare civilmente l’ingresso delle auto a via Roma e via Riello. Colpa dei vigili? No, dei santagatesi che sono abituati ad avere la botte piena e la moglie ubriaca, ma anche di chi governa e finge di volere ciò che non vuole.
Le cose stanno così. Impazza la questione della cosiddetta Ztl – zona traffico limitato – che nei fatti è una Zti: zona traffico illimitato. La limitazione non riguarda il giorno – quando serve – ma la notte, quando non serve. Perché? Per due motivi: primo perché un paio di anni fa a Sant’Agata dei Goti c’era la movida e le vie del centro erano trasformate in un rally cittadino notturno; secondo perché i commercianti vogliono che i clienti entrino con le auto direttamente in negozio. La movida della gioventù annacquata non c’è più mentre i commercianti fanno come la suocera del povero signor Baglioni e così gli amministratori hanno pensato bene di istituire di notte la Ztl e di giorno la Zti. Insomma, dei geni.
Luigino Pirandello scrisse una commedia il cui titolo calza a pennello alla situazione di questo provvedimento del pur non malvagio sindaco Carmine Valentino che ha iniziato con il voler limitare il traffico e ha finito per incentivarlo: Ma non è una cosa seria. Io il sindaco lo capisco. Ha davanti a sé una brutta bestia, la più brutta che un amministratore possa avere: l’Abitudine. I santagatesi, grandi e piccoli, belli e brutti, angeli e demoni, scapoli e ammogliati, amatori e cornuti – tutti e tutte – sono abituati a fare con l’automobile ciò che gli pare e piace a qualunque ora del giorno e della notte. Ora, se si alza uno la mattina – anche se è il signor sindaco – e dice loro che non devono più fare così ma colì, loro non capiscono e continuano a fare come hanno sempre fatto. E hanno ragione. Sì, proprio così, hanno ragione. Perché il provvedimento e all’acqua di rose, vieta senza vietare, fa passare tutti e quindi nessuno si sente in dovere di credere davvero a un’amministrazione che essa per prima non crede a ciò che dispone e così pospone, a ciò che fa e disfa. L’Abitudine non solo vincerà, ma ha già vinto.
La questione della Ztl diventata Zti è in realtà la “questione commercianti”. Perché si oppongono a ogni innovazione? Cosa temono? Un calo di clienti, vendite, affari. Ritengono che il loro commercio dipenda dalla possibilità che i clienti hanno di muoversi in auto piuttosto che a piedi. Strano. Ho sempre creduto che il commercio dipenda prima di tutto dall’offerta commerciale, quindi dal rapporto prezzo/convenienza e poi dalla qualità. I commercianti invece di chiedere un piano traffico fatto a immagine e somiglianza delle loro abitudini dovrebbero maggiormente investire in se stessi per avere clienti e turisti disposti a fare a piedi ciò che oggi non fanno in auto: spendere. Inizino a modificare i loro orari di apertura e chiusura, provino a essere aperti quando invece sono chiusi e vedranno che in centro storico non avere auto tra i piedi è un vantaggio e non uno svantaggio.
Nel centro storico di Sant’Agata dei Goti vivono poco meno di mille persone, mentre le auto sono circa cinquecento e i posti-auto disponibili sono in totale meno di duecento. Con le auto in entrata e in uscita e con l’aggiunta delle auto dei non residenti ogni giorno è un inferno. La regolamentazione non è auspicabile ma necessaria. Gli stessi residenti dovrebbero intuire che i primi a chiederla devono essere proprio loro se non vogliono che il loro bellissimo paese sia distrutto dai vandali e ridotto a garage medievale. Anche i residenti, però, hanno le loro belle e cattive abitudini che non intendono abbandonare. Il sindaco, allora, stanco di sentire e sorbire lamentele non fa l’unica cosa che dovrebbe fare se credesse nella serietà del provvedimento: attuarlo e dare pieno mandato ai vigili per farlo rispettare. Cosa accadrebbe? L’Abitudine continuerebbe per la sua strada e per i suoi vicoli non credendo alla serietà della cosa ma si imbatterebbe giorno dopo giorno nella nuova decisione. Tempo un mese l’Abitudine comincerebbe a vacillare fino a capitolare prendendo atto del nuovo stato di cose che – ricordiamolo – non è contro Tizio o contro Caio ma per una migliore vivibilità del centro storico. Perché l’amministrazione santagatese non lo fa? Perché le scelte per il turismo non portano utili immediati a nessun amministratore.
Tutto, dunque, è una commedia. Eppure, il tema c’è. Non fosse altro perché in Piazza Trieste, davanti al Monumento ai Caduti, c’è il totem del varco che filma e registra. Perché allora non prendere il problema sul serio visto che alle prossime elezioni comunque sarà usato (male) contro il sindaco Valentino? Anzi, con il voto di primavera il problema potrebbe essere discusso bene non nell’interesse di questa o quella categoria ma nell’interesse di Sant’Agata dei Goti. Avanzo la mia modesta proposta:
1- Togliere il varco da Piazza Trieste e collocarlo alla rotonda di via Ponte Vecchio: in questo modo il centro storico sarebbe molto più grande, altrimenti ora per paradosso i tre più importanti monumenti santagatesi – l’Annunziata, San Menna e il Castello – risulterebbero essere fuori dal centro storico;
2- Far funzionare il varco in modo totale il sabato e la domenica e dalle 16 in poi il resto della settimana;
3- Istituire al varco la segnalazione dei parcheggi disponibili nell’area del Castello e in caso di chiusura dirottare le auto nel grande parcheggio dell’ex campo sportivo che va lasciato senza pagamento (non è vero che non ci siano parcheggi);
4- Rendere meglio percorribile il cosiddetto Giro dei Santisi o Sanniti;
5- Incominciare a discutere di ripristinare Piazza Castello al posto del Boschetto o giardino comunale che c’è ora alle spalle del Monumento ai Caduti che andrebbe spostato al centro della piazza rendendolo così anche visibile dal viale dei platani;
6- Viale Vittorio Emanuele sarebbe percorso in un solo senso in entrata provenendo da Caserta;
7- In questo modo si potrebbe istituire con più facilità e con maggior estensione l’isola pedonale dalla primavera ad ottobre per più giorni la settimana;
8- Il sindaco e la giunta darebbero il buon esempio andando a piedi in centro;
9- I giovani, non parcheggiando possibilmente sui marciapiedi, avrebbero più spazi e la possibilità di godere non solo della loro gioventù ma anche della bellezza del luogo;
10- Sant’Agata dei Goti potrebbe cominciare a vivere come una bella cittadina e non una periferia di se stessa qual è adesso.
Devo riconoscere al sindaco Valentino il merito di aver avviato un percorso che altri hanno sempre solo agitato a mo’ di retorica. Ora, però, è arrivato il momento di fare sul serio. La politica delle mezze misure non conviene più a nessuno.