Installati a Casal di Principe i primi otto contatori idrici. Avete letto bene. Siamo in Europa. Siamo in Italia. Siamo in Campania. Siamo in provincia di Caserta. Anno 2013. E’ una notizia. Da queste parti l’acqua si consumava e si consuma a sbafo senza pagare un euro. Neppure il canone viene onorato. L’allaccio abusivo è l’unica non regola rispettata. Chi possiede un misuratore per una ragione o per una non ragione è fuori uso. Un’illegalità radicata che va avanti da oltre 21 anni.
Sì, perché tra Casal di Principe, San Cipriano D’Aversa e Casapesenna è prassi molto diffusa e normale non versare il corrispettivo delle bollette del consumo della fornitura idrica. Debiti su debiti, contenziosi su contenziosi, passivi su passivi che hanno ben presto fatto esplodere un debito di 14milioni di euro con Eniacqua ed il conseguente dissesto finanziario dell’ente locale, certificato dal commissario prefettizio.
In molti comuni del casertano la politica non c’è più, si è estinta. Il virus, il punteruolo rosso, delle amministrazioni locali si chiama camorra. C’è il record di Comuni sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata con la conseguente presenza dei commissari prefettizi a cui – poveretti – tocca l’infausto compito di amministrare la cosa pubblica. Per sanare la gigantesca evasione da canone e consumo e non incorrere nella prescrizione furono inviate cartelle di pagamento per la fornitura idrica dal 2005, con una quota minima a famiglia di circa 100 euro. Un escamotage almeno per mettere qualche soldo in cassa e avviare un percorso volto al recupero della legalità. Timidi segnali. Prove di buona volontà. Della serie: svuotare il mare con un cucchiaino.
Per chi ci vive in quelle terre disgraziate l’installazione dei primi otto contatori a Casal di Principe segna un traguardo storico. La triste realtà è questa. Perfino i vari commissari prefettizi succedutesi promettevano l’installazione dei misuratori, stanziava i soldi, trovavano le ditte, ma poi non accadeva nulla. Allora bisogna darne atto all’attuale commissario prefettizio Silvana Riccio di essere riuscita in un’impresa titanica. Non si sa se gioire o piangere di rabbia. Le rivoluzioni serie passano obbligatoriamente attraverso il ripristino della normalità. Lo so, sarebbe difficile spiegarlo e farlo capire dalle parti di Bruxelles. Sembrano e sono cose fuori dal mondo. Anche i marziani ne resterebbero turbati. Almeno oggi un commissario ha vinto la sua battaglia. E’ un inizio. La speranza è che prima o poi a Casal di Principe lo Stato vinca la guerra.
(tratto dal blog di Anrnaldo Capezzuto su il Fatto Quotidiano)