Con la brutta storia di Felice Evacuo la città di Benevento ha fatto una pessima figura. E per il silenzio assordante del sindaco e delle istituzioni continua a farla. La fa con il giocatore, con se stessa, con il mondo sportivo e con chi guarda cosa accade a Benevento. In questa brutta storia l’unico che non ha commesso alcun errore, né prima né dopo, è proprio il calciatore che ancora oggi subisce l’arroganza estrema del tifosi negli allenamenti di Paduli. Tutti gli altri “protagonisti” ne escono male.
Ho letto cose incredibili. Ho letto, ad esempio, che tutto sommato Evacuo quando ha salutato i tifosi della Nocerina era in buonafede e, dunque, lo si può scusare. Il che significa che Evacuo ha fatto ciò che ha fatto perché in fondo non ci ha pensato bene e se lo avesse fatto si sarebbe reso conto dell’errore e dello sgarbo che stava per commettere e così non l’avrebbe commesso. Un’agghiacciante interpretazione dei fatti che si tenta di comprendere e razionalizzare con la stessa logica fanatica della Curva Sud.
Ho letto cose incredibili che aspirano a passare per giornalismo e buon giornalismo e ne sono la negazione. Ho letto cronache dei fatti in cui il cieco estremismo dei tifosi era giustificato per criticare Oreste Vigorito come personalità di spicco dal valore politico più che come presidente della squadra di calcio. Ho letto altre cronache in cui la vicenda era raccontata solo nel tentativo di difendere il presidente Vigorito piuttosto che per capire effettivamente l’accaduto e difendere, invece, il giocatore.
Ho letto una mezza dichiarazione del sindaco Pepe – non credo spontanea, ma sollecitata dal cronista – che ricorre come suo solito alla retorica di Benevento città aperta e tollerante e quasi arriva perfino a giustificare quanto è accaduto con la “accesa rivalità sportiva”. Benevento è una città che con questa retorica ci sta morendo. Il sindaco Pepe farebbe bene a non sminuire i fatti che sono gravi. Glieli riassumo nella loro essenza. La Curva Sud dello stadio Santa Colomba (la solita retorica deleteria) – dunque migliaia di beneventani – ha intimato ad un calciatore di andar via subito dalla città perché ha salutato, e non doveva permettersi di farlo, i tifosi della squadra avversaria. Il presidente Vigorito, dopo una prima sbandata, ha difeso il giocatore e nel tentativo di riappacificare gli animi ha voluto divulgare un video di scuse di Felice Evacuo. Una toppa peggiore del buco perché umilia il giocatore che non è colpevole di nulla – di nulla! – e di fatto fa passare la posizione della Curva Sud come quella giusta. Ebbene, su questi fatti che hanno avuto rilievo nazionale il sindaco non trova altro da dire che “Benevento è una città aperta”. Il principale giocatore del Benevento è apertamente condannato all’ostracismo e dovrà umiliarsi in un video per continuare a fare il suo lavoro – giocare – e il primo cittadino non trova di meglio da dire che Benevento è “accogliente”. Con questa retorica Benevento sta morendo nel pensiero e nell’azione.
La verità è tutt’altra. Vanno fatte le scuse a Felice Evacuo. Se la Curva Sud, per il cieco fanatismo, non è in grado di realizzare quanto è accaduto e quanto ha sostenuto, qualcuno deve farlo al suo posto. Se il sindaco non ha il coraggio di dire a migliaia di beneventani organizzati che il loro comportamento è stato indegno e che la loro posizione è insostenibile, allora, si faccia da parte e lasci parlare qualcun altro. Ma qualcuno parli. Spontaneamente o in video. La città di Benevento deve chiedere scusa a Felice Evacuo. Questo è un punto da tener fermo. La Curva Sud va “evacuata”. Il sindaco, con il silenzio assordante, va “evacuato”. Benevento va “evacuata”. Per un motivo di semplice civiltà politica e di semplice civiltà calcistica: la versione giusta che è bene che passi nel senso comune degli sportivi e dei tifosi beneventani e degli indifferenti non è quella della Curva Sud ma quella bella e possibile di Felice Evacuo al quale, per quel che valgono, vanno le mie sentite scuse.