Scene di ordinaria follia ieri a Napoli e Benevento. Iniziamo dal San Paolo dove in curva B è comparso uno striscione di solidarietà nei confronti dei “colleghi” (si fa per dire…) di Milan e Inter che sono stati puniti per aver cantato cori discriminatori proprio nei confronti dei napoletani. In curva B hanno addirittura esposto un vergognoso striscione già letto in troppi stadi italiani: “Napoli colera”. Affiancato da un altro striscione che recitava, invece: “E ora chiudeteci la curva”. Non paghi, hanno cantato il motivetto: “Senti che puzza, scappano i cani, stanno arrivando i napoletani. Colerosi, terremotati, voi col sapone non vi siete mai lavati”.
Come ha amaramente scritto Massimiliano Gallo su Il Napolista (http://ilnapolista.it/2013/10/pur-di-difendere-la-casta-degli-ultra-la-curva-b-ci-ha-chiamati-colerosi/), si tratta “dell’ennesima frattura tra una cerchia ristretta di persone (dal forte potere di condizionamento) e la gran massa di appassionati che va allo stadio per tifare, soffrire, sfottere e gioire”. Una cerchia ristretta, quella degli ultras, che insomma rivendica una libertà di pensiero che altro non è se non libertà di manifestare il proprio odio.
Odio che, ricordiamolo, ha già prodotto eventi drammatici, come quello accaduto il 13 maggio 1990 allo stadio Maksimir di Zagabria, dove ci furono scontri violentissimi tra i tifosi della Dinamo Zagabria e quelli della Stella Rossa di Belgrado. Fu il preludio della guerra d’indipendenza croata iniziata nel luglio del 1991 e alcuni appartenenti ai gruppi più violenti delle due tifoserie fecero poi parte, durante la guerra, di gruppi armati paramilitari. All’ingresso dello stadio di Zagabria c’è oggi una stele, in cui c’è scritto “Qui cominciò la guerra”, mentre su una statua costruita in ricordo di quegli scontri si legge: «Ai tifosi della Dinamo che iniziarono la guerra con la Serbia su questo campo il 13 maggio 1990».
Ma la follia ha investito anche lo stadio Ciro Vigorito, dove il capitano del Benevento, Felice Evacuo, al termine del vittorioso derby con la Nocerina ha inopportunamente deciso di andare a salutare i suoi ex tifosi, i cui rapporti con la tifoseria beneventana sono notoriamente caratterizzati da una rivalità che rasenta l’odio. Ne è seguita una contestazione durissima, culminata poi in serata in un comunicato dai toni chiaramente minacciosi emesso dagli ultras della Curva Sud: “Il signor Felice Evacuo entro stasera deve effettuare la rescissione del contratto senza attendere decisioni altrui; contestualmente alla rescissione è pregato di lasciare la città entro lo stesso termine. Non solo. L’eventualità che Felice Evacuo possa presentarsi alla prossima seduta di allenamento sarà considerato un affronto alla Curva Sud e come tale sarà trattato… Ribadiamo il concetto nel caso fossimo stati poco chiari: Felice Evacuo deve lasciare la città entro questa sera senza farvi più ritorno. A buon intenditor, poche parole”. Insomma, una sorta di censurabile foglio di via obbligatorio a mezzo stampa in cui, in buona sostanza, ci si sostituisce alla società (vedi il passaggio “senza attendere decisioni altrui”) e si potrebbe prefigurare persino un reato.
Insomma, una giornata di ordinaria follia che deve indurre ad una profonda riflessione sulle degenerazioni in atto nel variegato mondo degli ultras, oltre che ad una assunzione di responsabilità da parte di tutti, a partire dalla gran massa di appassionati che va allo stadio per solo per tifare, soffrire, sfottere e gioire: sono loro, infatti, i primi a dover prendere nettamente le distanze da questa folle deriva estremistica. Prima che sia troppo tardi.