I figli di Bill de Blasio, il candidato progressista alla carica di sindaco di New York, hanno la pelle più nera che bianca ma nomi che più italiani non si può: Dante e Chiara. La moglie, Chirlane McCray – un’attivista e poetessa che prima di incontrare e amare Bill era fieramente lesbica -, ama l’Italia. La famiglia afro di Bill de Blasio viene spesso e volentieri a Sant’Agata dei Goti perché qui ci sono le origini della sua storia. Il nonno Giovanni partì da qui negli anni ’20 e con quell’intelligenza e quel merito che sono riconosciuti in un grande paese come l’America fece fortuna. La storia di nonno Giovanni è un po’ anche quella di Bill che ai newyorkesi si presenta dicendo “Io sono Bill de Blasio, sono la scelta progressista” e ricorda di essere anche italiano e “originario di Sant’Agata dei Goti”. Oggi il “gigante italiano”, come lo chiamano per la sua altezza, è in gara per diventare sindaco di New York. Potrebbe anche farcela se si considera che la Grande Mela esce dai tre mandati di Bloomberg e non ha un sindaco liberal da più di venti anni. Toccherà al nipote di nonno Giovanni e al figlio di Dorotea de Blasio far vincere la “scelta progressista”?
Sarà quel che sarà, ma il public advocate di New York – Bill è difensore civico – ha già vinto la sua partita (anche se fatto 30 è comprensibile voglia fare 31). In molti dicono che il merito della sua vittoria alle primarie sia da attribuire alla forza dei capelli di Dante che somiglia a Jimi Hendrix. In realtà, proprio Bill de Blasio è un ex manager di campagne elettorali e sa bene cosa significhi parlare e comunicare con gli elettori. Insomma, Bill proprio come il nonno Giovanni si è fatto strada e i suoi meriti sono stati riconosciuti. Lo acclamano a Brooklyn ma anche nella sua Sant’Agata dei Goti che giustamente è orgogliosa. Però, proprio qui è il punto: se Bill non fosse stato in America ma in Italia, sarebbe mai riuscito a fare tanta strada? Per restare al campo politico: sarebbe stato candidato a sindaco per la “scelta progressista”, non dico a Roma o Milano o Napoli, ma anche solo nella sua Sant’Agata dei Goti? Il segreto del successo italiano della storia di de Blasio è nella lontananza. Il candidato newyorkese, con o senza i capelli del simpatico Dante, piace a tutti proprio perché è newyorkese e non è milanese o napoletano o santagatese. Il suo merito può essere riconosciuto da tutti perché non solo non da fastidio ma può essere utile. Se, invece, avesse solo provato ad essere un candidato italiano chi avrebbe riconosciuto i suoi meriti? Proprio lui che ha vinto le primarie sarebbe stato schiacciato da primarie italiane le cui regole cambiano per sfavorire il candidato favorito e meritevole.
Il caso, che a volte ne sa più del destino, vuole che mentre un santagatese è in corsa per diventare sindaco di New York, a Sant’Agata dei Goti si prepari la campagna elettorale di primavera. Poche sono le certezze, tranne una: per Bill de Blasio è più facile diventare sindaco santagatese di New York che sindaco della sua tanto amata Sant’Agata dei Goti.