Ho visto gente ballare il tango sul balcone, all’ultimo piano di un palazzo che affaccia sull’Arco del Sacramento, mentre sul palco volteggiavano le musiche del pianoforte, della fisarmonica e della viola, una voce “argentina” e danzatori innamorati e appassionati. Ho visto colombi volare e poi fermarsi sul muro, ai piedi del famoso cavallo di Mimmo Paladino nell’Hortus Conclusus, mescolati agli spettatori di “Miti di stelle”, forse anch’essi attenti ai racconti mitologici sulle origini delle costellazioni, tratti da “Le Metamorfosi” del poeta latino Ovidio, narrati magistralmente dall’attrice Sista Bramini. Ho visto gente accoccolata sui gradini esterni del Teatro Romano assorta nella freschezza delle antiche mura e nell’ascolto delle memorie dell’imperatore Adriano, raccontate da un’energica Tina Femiano, nella parte di un’umile schiava,che assiste il suo padrone negli ultimi giorni della sua vita, quando, colpito dalla malattia, tornerà ad essere come tutti i mortali, “Anima vagula, blandula … Piccola anima smarrita e soave”.
Ho visto Luigi De Filippo e Laura Tibaldi al Teatro Romano, all’inaugurazione di ”Benevento-Città Spettacolo” mentre parlavano col sindaco Fausto Pepe, prima dell’inizio de “La Boheme” di Giacomo Puccini, allestita pregevolmente dai docenti e dagli allievi del Conservatorio ed ho pensato che fosse un buon segno di cortesia e di probabile collaborazione futura, dopo la “vistosa” assenza degli amministratori comunali ai “Risvegli della Bella Dormiente”, svoltasi nel mese di luglio nello stesso luogo. Ho visto con gran stupore il Teatro Comunale chiuso, dopo essere stato da sempre “cuore” della rassegna settembrina.” La struttura – ha dichiarato Raffaele Del Vecchio, assessore alla cultura – non è risultata rispondente alla nuova normativa antincendio. I lavori di sistemazione richiedono oltre 200 mila euro ed il Comune non ha i soldi”. Ho visto con emozione, al Teatro De Simone, la commedia di Eduardo De Filippo,”Sik Sik,l’artefice magico”, nella sua ultima edizione “salvata” dal direttore artistico Giulio Baffi, quando era alla guida del Teatro San Ferdinando di Napoli ed ho apprezzato la bravura di Benedetto Casillo nei panni del prestigiatore spavaldo e vittima dei sui fragili ingranaggi, simbolo dell’arte di arrangiarsi dei napoletani. Ho ascoltato le canzoni e la storia di Luigi Tenco, con qualche scena macabra di troppo, riscoprendo alcuni aspetti inediti dell’animo ribelle del cantautore deluso dal Festival di Sanremo, morto per questo suicida nel 1967. Ho assistito alla divertente e coinvolgente lezione del professore dell’Università della Verga, Gianluca Ramazzotti, tenuta al Mulino Pacifico ed intitolata “Che Co’Sex? Corso Superiore di sessuologia maschile”. Ho visto la macchina organizzativa del festival recuperare con scioltezza i ritardi accumulati nell’attesa del finanziamento regionale arrivato soltanto il 9 agosto scorso. Ho visto ragazze-hostess e ragazzi – steward porgere con garbo davanti ai teatri il programma di sala, diligenti e sorridenti, prodigarsi nelle spiegazioni sugli spettacoli e sui posti assegnati.
Il mosaico della kermesse beneventana è composto da tanti tasselli artistici ed umani. Il cartellone di questa 34°edizione, realizzato con quasi un terzo dei finanziamenti dell’anno scorso (300 mila euro), è dedicato alle “Storie amare e d’amore” , è imperniato su due commedie di Eduardo (Sik Sik,l’artefice magico e Il Contratto), su nove prime nazionali di teatro, musica e danza, ed ingloba, per la prima volta, ”Universo Teatro”, la rassegna sulla drammaturgia universitaria internazionale, organizzata da Ugo Gregoretti e dalla Solot, la compagnia di Michelangelo Fetto e Antonio Intorcia. ”La città è presente – sottolinea Baffi – come dimostra il rapporto sempre più stretto con il Conservatorio, il Liceo Artistico ed altre creatività locali”. Qualche dubbio suscita lo “spacchettamento” della manifestazione culturale in tre fine settimana. Gioverà davvero ad attrarre nuovi flussi turistici? Nella crisi generale del teatro italiano, comunque, la rassegna di Benevento conserva ancora freschezza e forza propositiva. Per ridarle ulteriore slancio ci sarebbe bisogno di aprire e percorrere coraggiose strade innovative. Qualche indicazione in merito, forse, arriverà dal convegno organizzato ad hoc per domenica 22 settembre, proprio nell’ambito di “Città Spettacolo”, dal titolo:”Il Teatro: Quale presente? Quale futuro?”.