(Sanniopress) – Da qualche giorno nei corridoi dell’ospedale di Cerreto Sannita circola con insistenza una voce: a decretare la definitiva chiusura della struttura e la contestuale apertura del nuovo nosocomio di S. Agata dei Goti sarà un’ispezione dei Nas, con conseguente chiusura di qualche reparto. Un’operazione a cui non sarebbero del tutto estranei i vertici dell’Asl Bn1.
A denunciarlo questa sera nel corso del convegno organizzato dal gruppo consiliare di minoranza “Da sempre per Cerreto” è stato lo stesso sindaco, Pasquale Santagata, che ha aggiunto: “Se ciò dovesse verificarsi sappiamo già chi denunciare. Del resto la voce non appare tanto banale se si pensa che la stessa tecnica è stata già utilizzata in passato per chiudere le guardie mediche di Telese e Guardia Sanframondi”.
Insomma, Santagata, non demorde e, dopo la diffida “a non adottare alcun provvedimento volto all’apertura del nuovo Presidio Ospedaliero di Sant’Agata dei Goti”, notificata nei giorni scorsi al direttore generale Bruno De Stefano, continua a puntare il dito nei confronti dei vertici dell’Asl: “Non si può aprire un nuovo ospedale perché ciò violerebbe il divieto in tal senso contenuto nel decreto di commissariamento della sanità in Campania”.
Nulla, invece, il sindaco di Cerreto ha detto relativamente alla lettera ricevuta da De Stefano. Missiva che, per inciso, contiene un passaggio inquietante laddove si trova il modo di ricordare a Santagata di essere un dipendente dell’Asl.
Giulio Andreotti diceva: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. De Stefano deve, quindi, chiarire pubblicamente il senso di quella frase e sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, soprattutto perché nell’opinione pubblica è ancora fresco il ricordo delle intercettazioni riguardanti il mondo della sanità campana, pubblicate nell’ambito dell’inchiesta Udeur.
Nel corso dell’incontro promosso dal gruppo consiliare “Da sempre per Cerreto” è stato poi ricordato che nel 2008 il pronto soccorso dell’ospedale Maria SS. delle Grazie ha effettuato 41.720 interventi e che, nonostante la minaccia di chiusura, la struttura ha fatto registrare un aumento del fatturato di circa il 13%, risultando al 13° nell’apposita classifica dei 53 ospedali di 1° livello della Campania.
“Dati – ha spiegato Giuseppina Iannotti del comitato No alla chiusura dell’ospedale – che appaiono in assoluto contrasto rispetto alla chiusura decretata dalla legge regionale 16/2008”.
Ma si sa che in Campania la sanità è stata gestita con criteri di evidente ed assoluta schizofrenia politica al punto da costringere il Governo al commissariamento della Regione.
Il sindaco Santagata, che ha fatto il punto della situazione ed informato la popolazione circa gli ultimi sviluppi del confronto istituzionale in atto per salvare l’ospedale (perché ora, sotto la spinta dell’opposizione, e non prima?), è apparso fiducioso, così come sono apparsi ottimisti i sindaci di Pietraroja e Faicchio, Lorenzo Di Furia e Mario Borrelli.
Entrambi, però, si sono detti d’accordo, qualora dovesse fallire la trattativa, con le proposte avanzate dall’opposizione cerretese (illustrate dal capogruppo, Roberto Stanziano), e cioè: convocazione in un’unica seduta aperta da tenersi possibilmente davanti alla sede dell’Ospedale dei 18 Consigli dei Comuni del bacino d’utenza del P.O.; consegna delle dimissioni da consiglieri comunali nelle mani dei rappresentanti del comitato che, a loro volta, le consegneranno al sig. Prefetto di Benevento e ai rispettivi protocolli nel caso fosse attuato quanto previsto dalla L.R. 16/2008; costituzione un presidio permanente davanti all’ospedale 24 ore su 24; costituzione di presidi informativi permanenti nei pressi dei Municipi dei 18 Comuni; riconsegna da parte dei consiglieri comunali e dei cittadini del proprio certificato elettorale al Prefetto al fine di non partecipare al voto per le elezioni regionali da tenersi nel 2010; non convocazione dei comizi elettorali per le elezioni regionali del 2010 con conseguente impossibilità di costituzione dei seggi elettorali.
“L’unico nostro intento – ha concluso Stanziano – è quello di salvare l’ospedale. Rispetto alla linea della mediazione istituzionale siamo speranzosi ma non troppo fiduciosi. Per questo crediamo che bisogna iniziare a pensare, sin da ora, a tutte le possibili azioni qualora fallissero i tentativi in atto”.
Billy Nuzzolillo