“C’è un giudice a Berlino. Tutti gli avevano dato torto ma, forte di una ottima conoscenza del diritto amministrativo, il dottore Gennaro Pezone, segretario generale della comunità montana del Taburno non ha mai mollato. E, alla fine, il Consiglio di Stato gli ha dato ragione. Nicola Boccalone non poteva essere nominato direttore generale dell’azienda ospedaliera ‘Rummo’ di Benevento”.
Commentava così il giornalista di una testata online la decisione assunta dall’organo amministrativo di secondo grado il 25 ottobre 2012, aggiungendo: “Bisogna sottolineare la caparbietà del dottore Pezone, il quale si è speso per un principio generale e per ottenere il rispetto delle regole, cose che non possono essere aleatorie. In un paese normale, probabilmente, lui potrebbe essere il nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliera in quanto ha tutti i requisiti ed un ottimo curriculum… La sanità è un settore delicatissimo che ha bisogno di persone oneste e preparate. Il presidente Caldoro, al di là delle appartenenze politiche, per questa nuova nomina potrebbe anche visionare il curriculum del dottore Pezone magari potrebbe scoprire di poter contare sulla persona giusta e potrebbe iniziare anche una sorta di disintossicazione della politica in ruoli chiave. I cittadini sono stanchi di dover pagare per le inefficienze e gli sprechi generati dai manuali Cencelli”.
La stessa testata online lo scorso 19 aprile 2013 ignorò la notizia della condanna dello stesso Pezone a tre anni e sei mesi di reclusione, oltre alla sospensione per cinque anni dai pubblici uffici, emessa dalla seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Le accuse a carico di Pezone furono: truffa ai danni dello Stato, turbativa d’asta e falso in atto pubblico in merito a vicende risalenti al periodo fra il 2003 e il 2006 quando il Pezone era segretario generale della Comunità Montana del Matese.
Le due vicende, però, non sono affatto slegate tant’è vero che ieri si è saputo che Nicola Boccalone ha presentato al Consiglio di Stato le copie della sentenza della II sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e dell’istanza presentata dallo stesso Boccalone alla Regione Campania per chiedere la cancellazione di Pezone dall’elenco unico regionale degli idonei alla nomina a direttore generale di azienda sanitaria o ospedaliera, essendo venuto meno – in conseguenza della sentenza – uno dei requisiti previsti dalla legge ai fini dell’iscrizione nel menzionato elenco.
In buona sostanza, è stata eccepita la sopravvenuta carenza di interesse da parte di Pezone a veder deciso il ricorso su cui il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi nell’udienza del 28 agosto.
Insomma, c’è sempre un giudice a Berlino…