Il mestiere più antico del mondo non muore mai perché la sua “prima radice” non è il reato ma l’umanità. Lo sfruttamento della prostituzione è reato ma non tutta la prostituzione è sfruttamento. Perseguire lo sfruttamento, di ogni ordine e grado, è giusto ma pensare di eliminare la prostituzione non è ingiusto: è inutile. Tanto varrebbe farla finita con l’umanità. E, purtroppo, è stato pensato e praticato anche questo. Il mestiere più antico del mondo ha la sua origine nel mondo umano e perciò dirlo immondo è disumano. Gli appartiene in quanto mondo e ha la sua origine nel vizio, nel piacere, nella sofferenza, nel dolore, nella passione, nel bisogno, nella carne ma anche nella mente. La sessualità non è un incidente di percorso della vita ma è parte attiva e passiva della vita spirituale. Il giudizio di condanna senza appello della puttana e dei suoi clienti – ma c’è anche la prostituzione maschile – o è ipocrita o è ignorante. Mi verrebbe da dire che è un giudizio disincarnato che volutamente ignora il piacere e il dolore che costituiscono, come in un abbraccio, la prima polarità dialettica dell’esistenza e mai ci abbandonano, se non con la morte.
Benevento è una città puttana. Più di quanto non si sappia. E’ stata una città governata per secoli e secoli dai preti e lì dove ci sono i preti ci sono le puttane. Roma è notoriamente un troiaio. I preti sono fissati con il sesso degli altri e vi vedono sempre il peccato, altrui. Gesù non era dello stesso avviso e diceva: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ma oggi che i preti non ci sono più, le puttane ci sono ancora. Come a dire che le streghe hanno vinto. Un tempo quando la prostituzione diventava un problema lo si risolveva con l’accusa di stregoneria. Oggi i processi alle streghe non si fanno più ma l’ipocrita accusa è rimasta. Le notizie sulla prostituzione guadagnano facilmente titoli e lettori. Persino i pubblici ministeri. Lo sanno tutti, non solo Berlusconi e Ruby e, naturalmente, Mubarak. Si vuole sapere, si vuole conoscere ma la curiosità la si nasconde dietro il giudizio puritano perché la gente beneventana, non diversa da altre genti, dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio.
La notizia della scoperta di una casa di appuntamenti nel centro storico, sulla rampa di via Annunziata, è stata letta e commentata. In un modesto appartamento una donna orientale, una cinese bella e avvenente riferiscono le cronache, riceveva i clienti. I carabinieri, avvertiti da una telefonata anonima, l’hanno sorpresa in compagnia di un cliente. Era in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro ma evidentemente ha ritenuto più remunerativo l’antico mestiere. Visto il via vai di clienti, che è stato notato anche dal telefonista o dalla telefonista anonima, aveva fatto bene i suoi calcoli. La cinese, da che mondo è mondo, è orientale e, come direbbe Ilda Boccassini, ha una sua furbizia innata. La Cina – lo diceva già Marco Polo – è molto più vicina di quanto non si immagini. Chi, invece, non sembra aver fatto la figura del furbo è lo sfortunato cliente che è sposato e disoccupato ma in grado di versare 100 euro per una breve compagnia di amorosi sensi. Sono solo particolari ma per i tempi che corrono non dovrebbero lasciare il tempo che trovano.