Ieri allo stadio Ciro Vigorito di Benevento si è disputata l’ultima partita casalinga del Benevento. Partita senza interesse, anche perché i giallorossi erano già matematicamente tagliati fuori dalla zona play off . Ho assistito all’incontro perché letteralmente trascinato da mio figlio Alberto che, abbonato al settore distinti, si è voluto concedere l’ultimo pomeriggio dell’annata calcistica in curva Sud, “tra i tifosi veri, quelli che non fanno mancare mai il loro affetto alla squadra”.
Ho seguito distrattamente la partita, anche perché ho seguito la radiocronaca di Napoli-Siena, che si svolgeva in contemporanea allo stadio S. Paolo..
Oltre che dal solito e generoso Marotta (che, mi ha informato mio figlio, a fine stagione tornerà alla squadra d’appartenenza per fine prestito), sono stato colpito soprattutto dallo striscione dedicato al povero Carmelo Imbriani imbracciato da un solitario tifoso e dai cori della curva Sud in ricordo del capitano (la cui moglie Valeria era in curva). Un’immagine bellissima, ricca di suggestioni ed emozioni, che in definitiva ha reso il pomeriggio al Santa Colomba meno noioso.
Sicuramente più interessante e ricca di spunti di riflessione è stata, invece, la conferenza stampa del presidente Oreste Vigorito nel dopo partita.
In premessa devo dire di non essere affatto d’accordo con Giancristiano Desiderio, secondo cui “il calcio, soprattutto nelle serie cadette e a livelli medi, è un buon affare. E Vigorito gli affari li sa fare” (https://www.sanniopress.it/?p=30592). Non sempre è così e men che mai nel caso della famiglia Vigorito, che ricordiamolo decise di investire a Benevento principalmente a seguito del mancato acquisto dell’Avellino Calcio e delle scorrettezze subite da parte di Puglisi (mi sembra che si chiamasse così) nel corso delle trattative per la cessione della società bianco-verde.
Del resto, la famiglia Vigorito (Oreste, in particolare) ha fiutato con largo anticipo il business dell’eolico e gli affari migliori nel Sannio li ha fatti ben prima dell’acquisto del Benevento.
Vigorito, insomma, voleva togliersi lo sfizio di portare il Benevento in serie B e, sin dall’inizio, non ha lesinato certamente sui soldi per farlo.
Ma è proprio lì, all’inizio dell’avvenuta giallorossa, che paradossalmente è stato commesso l’errore che ancora oggi pesa come un macigno sul Benevento.
Lo stesso presidente Vigorito ieri lo ha ammesso dichiarando: “Ho sbagliato perchè mi sono reso conto che soldi, sacrificio e passione non equivalgono a vittoria”. Aggiungendo subito dopo: “Altinier, ad esempio, ha ancora un anno di contratto con noi. Lo incontrerò per proporgli una soluzione e spero che lui capisca che il mondo è cambiato e di conseguenza anche quello del calcio. Non ho problemi ad ammettere che l’acquisto di Altinier si è rivelato un investimento sbagliato, ma non venite a dirmi che l’atleta è stato gestito male. Quando è venuto a Benevento era reduce da 40 gol segnati negli ultimi tre anni ma non ha saputo mai ambientarsi ed è impensabile che possa ritornare a Benevento. Il problema del mondo del pallone è che se un calciatore non rende non puoi licenziarlo”. Come Altinier molti altri giocatori, ancora sotto contratto (e che contratti!).
Ecco, il problema è proprio questo: la nomea di club che paga molto bene e con assoluta puntualità.
I calciatori che sbarcano nel Sannio, insomma, a dispetto delle aspettative della tifoseria e della società, finiscono loro malgrado per sentirsi inconsapevolmente appagati e non rendono mai come ci si aspetterebbe. Salvo poi tornare beffardamente ad alti livelli di rendimento quando vanno via dal Sannio. Gli esempi sono tanti ed è persino inutile citarli.
Allora la chiave di lettura è, forse, tutta qui: nella differenza tra Marotta ed Altinier: occorre, cioè, puntare su calciatori che abbiano voglia di riscattarsi o giovani provenienti dai vivai delle squadre di serie A e desiderosi di mettersi in evidenza.
E di questo, oltre al presidente Vigorito, deve convincersene anche la tifoseria perché, come afferma Desiderio (https://www.sanniopress.it/?p=30584), e qui sono assolutamente d’accordo, “la squadra del Benevento calcio ha gli stessi vizi della città di Benevento. Le stesse ambizioni sbagliate. Le stesse false pretese. Nutre aspirazioni che non sono alla sua portata e si dà arie da gran signora mentre è solo una provincialotta”.
complimenti alla tifoseria, al ricordo di carmelo …lo sport è cultura…quindi bene tutto ciò …ma lo sport è anche e soprattutto VINCERE (da ottimo juventino : vincere nn è importante ma è l’unica cosa che conta ). all’arrivo del Sig.VIGORITO fui anche io entusiasta … ma i famosi “5 anni” sono passati e il Benevento non è salito in serie B; per cui (i)l Vigorito(i) si può accomodare. Forse a qualcuno non conviene che il Benevento sia in B, magari alla stessa Presidenza…non voglio entrare in alcuna polemica; già per il solo fatto che poiché non potè comprare l’Avellino comprò il Benevento…già è un dettaglio che fa la differenza e che, da beneventano, odio profondamente. Come se noi fossimo la seconda scelta. La Città di Benevento (altro che realtà provincialotta…mi dispiace Desiderio, ma saranno provincialotte altre realtà …come Pagani,Sorrento,AVILLINO, ecc ecc.NOI siamo una città di classe, ricchezza,storia ed eleganza…come poche in Italia) va amata e rispettata; illo tempore la Città diede fiducia ai fratelli Vigorito, ora o per sfortuna o per demerito il risultato della B non è stato raggiunto, i 5 anni sono passati ( anzi ne sono passati di più di 5) e come in ogni cosa della vita bisogna cambiare. il presidente può andare via, speriamo che ci sia un uomo o una donna nelle cui vene scorra sangue BENEVENTANO che possa rilevare la società; o ancora sogno utopico sarebbe vedere i cittadini di Benevento tutti azionisti del BENEVENTO CALCIO …l’idea di una società di tutti i cittadini e non di uno solo?
Vigorito non ha vinto hai ragione,ma la storia a Benevento ci insegna che per il calcio un imprenditore sannita o non non spende 2 se non intasca 3. Quindi la famiglia Vigorito può anche andersene(non per me) ma scordati che il Benevento possa lottare per la B come avviene sfortunatamente da 5 e passa anni. a questa parte. Come dici tu benevento può essere anche una città di classe,ricchezza(dove?),storia(si) ed eleganza(forse lo diventerà) ma nel calcio come nel mondo imprenditoriale siamo molto ma molto DILETTANTI,e da SANNITA mi dispiace ammetterlo!
Caro Nuzzolillo, da beneventano so benissimo che la nostra città non è altro che un grande paesotto ma ciò non toglie che una società di calcio non possa pensare di diventare una grande sqaudra,vedi Chievo,vedi Sassuolo,vedi Cittadella,vedi tante piccole realtà nel mondo dei grandi. Certamente a livello politico non ci possiamo paragonare alla tua NAPOLI,ma a livello calcistico potremmo divnetarlo non come i ciucci ma in serie A ci potremmo stare da stregoni. La scoietà ha commesso dehli errori pensando di fare bene senza però considerare la VARIABILE CALCIO in cui tutto può succedere dove Davide batte Golia,come si suol dire sbagliando si impara e Vigorito l’ha capito ma questo non significa che un giorno vinceremo!
Grazie Mario B.