La forza delle parole, delle immagini, ma anche la forza delle testimonianze e del profumo di legalità evocato dal magistrato della Corte dei Conti, Ferruccio Capalbo.
E’ stato questo il filo conduttore della terza edizione della “Settimana della legalità”, che nei giorni scorsi ha coinvolto gli studenti degli istituti d’istruzione superiore “Telesi@” di Telese Terme, “Le Streghe-Marco Polo” di Benevento ed “Enrico Fermi” di Montesarchio.
La forza delle parole di chi ha seguito le vicende camorristiche dell’ultimo quarto di secolo in Campania e poi ha deciso di cimentarsi nella narrativa, come lo storico inviato de L’Unità e Panorama, Vito Faenza, che attraverso il romanzo “L’isola dei fiori di cappero” ci ha regalato un messaggio di speranza ed ha saputo trasmetterlo con affabulante passione ai ragazzi dell’Istituto d’istruzione superiore Telesi@ di Telese Terme. La madre di un ragazzo ha scritto su facebook: “Se mio figlio a pranzo ha parlato spontaneamente dell’incontro di stamani al liceo, c’è sempre speranza”.
La forza di un giornalismo coraggioso, come quello del giovane Alessandro de Pascale, che prima con un’inchiesta su Left-Avvenimenti e poi con il libro “Telecamorra”, documenta i come la criminalità organizzata, nel giro di pochi anni, sia andata all’assalto delle televisioni in Campania, riuscendo persino a pulire il pizzo trasformandolo nell’acquisto di spazi pubblicitari sulle tv (regolarmente fatturato). Una testimonianza che ha affascinato i ragazzi dell’istituto Le Streghe-Marco Polo da Benevento e che lo stesso De Pascale ha definito un’esperienza bellissima.
Senza dimenticare, infine, la forza della simbologia contenuta nel libro “Il festival a casa del boss” di Pietro Nardiello, che narra invece l’esperienza delle prime edizioni del Festival dell’impegno civile, la prima manifestazione interamente realizzata nei beni confiscati alla camorra. Un testo riletto attraverso il preziosissimo contributo del musicista Ignazio Scassillo, del mezzo soprano Imma Russo e degli attori Nico Mucci, Marcella Granito e Valentina Iniziato. Un’esperienza che ha letteralmente entusiasmato sia i protagonisti che gli studenti dell’istituto “Enrico Fermi” di Montesarchio.
Ma anche la forza delle immagini della rapina di Maddaloni in cui ha perso la vita Tiziano, il giovane carabiniere di S. Agata dei Goti. Immagini più volte evocate nel corso della” Settimana della legalità” perchè la ferocia del diciottenne Angelo Covato, il vuoto che emerge dalla sua pagina facebook e la vita già definitivamente bruciata siano da monito per i nostri figli.
L’autovettura fiammante, la griffe e l’iphone non sono altro che il rovescio della medaglia di una vita su cui pende inesorabile la morte o, nella migliore delle ipotesi, il carcere.
Una vita, insomma, che non è vita. E, paradossalmente, nessuno meglio del diciottenne assassino della rapina di Maddaloni può testimoniarlo, facendo in modo, per citare De Andrè, che anche dal letame nascano i fiori. I fiori della legalità, che tutt’insieme siamo chiamati a coltivare.