I due malviventi della rapina e sparatoria di Maddaloni, che ora sono piantonati all’ospedale di Caserta, hanno meno di venti anni. Sono del 1994. Un ragazzo e una ragazza. Ancora non si sa chi dei due ha ucciso con un fucile a canne mozze il carabiniere Tiziano Della Ratta. Non si sa se uno dei due o un altro dei loro complici. I carabinieri, che sono sulle loro tracce, ritengono che i complici siano minimo due. Forse, un altro ragazzo e un’altra ragazza. Dunque, chi ha ucciso il carabiniere trentacinquenne di Sant’Agata dei Goti potrebbe avere meno di venti anni. E’ un’altra cruda e violenta verità della sparatoria maddalonese.
La violenza giovanile può essere più irruenta e imprevedibile del calcolo della forza organizzata. Ha in sé qualcosa di bestiale. Fa paura. Il povero carabiniere, che era esperto del suo lavoro pericoloso e più volte premiato per i suoi risultati, non ha avuto neanche il tempo di accedere interamente nel locale della gioielleria che è stato raggiunto al petto e al cuore dalle fucilate mortali. I giovanissimi malviventi hanno risposto alla presenza dei carabinieri aprendo subito il fuoco. Non hanno pensato alla fuga e al ricorso alle armi per mettersi in fuga. Hanno sparato subito. Hanno sparato per uccidere. La violenza dei loro atti è stata immediata. Spietata e feroce.
Gli inquirenti non escludono che i malviventi siano anche tossicodipendenti. La giovanissima età e la tossicodipendenza costituiscono una miscela esplosiva. Quanto di peggio possa accadere in situazioni di questo tipo.
Sant’Agata dei Goti è rimasta incredula. Come sospesa nell’aria dolce di una primavera verde e rossa. Verde come la vita di Tiziano. Rossa come il suo sangue. Per tutti era un “gigante buono”. Perché la natura gli aveva data un corpo possente e altrettanta bontà. Con le sue mani costruiva la casa per la sua famiglia nella campagna di San Pietro. Quella casa incompiuta è la sua stessa vita spezzata.
Tiziano Della Ratta avrà funerali di Stato. Come è giusto. Doveroso. Lo Stato gli renderà onore nella cattedrale della sua Sant’Agata dei Goti. Prima, però, Tiziano farà ritorno nella sua terra, nella campagna santagatese più fertile, lì dove il sole è più sole e la terra è più terra. Il carabiniere santagatese era animato da una fede attiva e con la famiglia partecipava alla vita parrocchiale a San Pietro. Ancora una volta, secondo il desiderio espresso dai familiari, prima dei funerali di Stato nel centro storico di Sant’Agata dei Goti, Tiziano sarà nella chiesa di San Pietro a Romagnano. La stessa chiesa dove fu battezzato e dove si sposò con Vittoria.