La Reggia di Caserta è così importante e ingombrante da essere diventata – forse lo è sempre stata – troppo grande per Caserta. Indubbiamente è una risorsa. Un bene culturale, storico, monumentale – lascio perdere consapevolmente la retorica del “bene comune” – sul quale investire soldi e intelligenza per ricavarne più soldi e più intelligenza. Purtroppo, a Caserta questo esercizio non è mai riuscito. La Reggia voluta dall’ultimo grande re del Regno di Napoli è sempre stata tra i monumenti italiani più visitati, insieme al Colosseo ed a Pompei. Ma il “primato casertano” non è mai avvenuto grazie a Caserta ma nonostante Caserta. Infatti, oggi che la Reggia perde visitatori, la città non è in grado di andare in aiuto del suo monumento né idealmente né materialmente. Per Caserta, insomma, la Reggia dei Borbone non è una risorsa – come, ad esempio, la Venaria per Torino e dintorni e, manco a dirlo, Versailles per Parigi – ma un problema. In pratica, Caserta non sa che farsene della Reggia.
La soprintendente al sito vanvitelliano, Paola Raffaella David, ha lamentato la totale assenza degli industriali dai quali per la Reggia non sarebbe mai arrivata una proposta. Al di là delle ragioni o dei torti della soprintendente, senz’altro la salvaguardia e l’uso della Reggia rappresentano un problema che non si riduce né al contributo per questa o quella iniziativa né al cosiddetto “ritorno d’immagine” con le sponsorizzazioni. Insomma, non è solo questione di commercio. Infatti, nel retorico rapporto tra la Reggia, i molti siti borbonici e Caserta vi sono in gioco da un lato la tutela e la conservazione e la valorizzazione dei monumenti, dall’altro la stessa identità della città della Reggia. I siti borbonici, come peraltro evidenziava proprio ieri su queste pagine Gerardo Mazziotti, sono in larga parte abbandonati. Il destino di declino e decadenza della Reggia di Carditello è emblematico: non la si vuol vendere ai privati e se ne difende il valore pubblico ma nei fatti è abbandonata e depredata. La maggiore Reggia del Vanvitelli non è abbandonata ma che soffra per incuria, cattiva manutenzione, pessima amministrazione e un fatto, purtroppo, ordinario che nel tempo ha trasformato una risorsa straordinaria in una questione irrisolvibile da Caserta e dai casertani. La Reggia, ad esempio, spesso diventa set cinematografico e televisivo: vale a dire che è usata e valutata da un circuito internazionale, mentre è sottovalutata nei fatti dalla comunità locale e regionale che rimangono inferiori rispetto alla monumentalità della Reggia.
Tuttavia, nel linguaggio e nel senso comune la Reggia e Caserta sono accostate in modo indissolubile tanto che la città è definita a partire dalla Reggia: “la Reggia di Caserta”. Ma è una definizione subdola perché da un lato la città è identificata con un monumento che non mette a tema e subisce, dall’altro lato si smarrisce la storia della Reggia e ciò che rappresenta quando la si identifica con una città senza identità. Forse, grava sulla Reggia una “maledizione borbonica” che può essere superata solo in chiave nazionale.