Spettabile redazione, scrivo perché penso non ci sia altro tempo da perdere. Ieri ho purtroppo avuto conferma di ciò che un amico, funzionario al Ministero dei Beni Culturali, mi aveva fatto sapere in via del tutto confidenziale, facendomi giurare che mai avrei fatto il suo nome anche se la notizia fosse divenuta di dominio pubblico.
Nelle ultime settimane, considerando l’attuale situazione politica ed i continui stravolgimenti nel settore dei Beni Culturali, soprattutto dopo il grave episodio di Pompei, mi sono mossa con molta cautela e contattando solo persone estremamente fidate.
Il giorno di Pasqua 2013, ho avuto la conferma. La prossima sede programmata dell’Arco Traiano di Benevento è l’Isola Tiberina sul Tevere, su cui stanno procedendo in silenzio i lavori che daranno vita ad una ricostruzione al coperto della Roma Imperiale. Al loro completamento molti monumenti romani sparsi in Italia saranno fatti confluire sull’Isola che aspira a diventare la Pergamo italiana, la città a sud di Troia ricostruita in un museo di Berlino.
L’Arco Traiano è uno di quelli individuati, di sicuro insieme alle Colonne di Brindisi ed alcuni tempietti di Chieti, più altri di cui non mi è stato detto.
La scelta dei monumenti è stata fatta considerando la grandezza delle città relazionata al flusso turistico e lo stato di manutenzione e cura nel quale essi versano.
I ritardi nella manutenzione, giustificati con la scarsezza delle risorse economiche, non sono altro che le trame di una ben definita strategia volta a giustificare la difficile operazione di restauro a cui dovrà essere sottoposto il nostro monumento.
Nel corso degli ultimi mesi i tecnici del Ministero hanno effettuato sopralluoghi pubblici, ma soprattutto segreti, effettuando attente rilevazioni e scansioni aeree con sofisticati sistemi di visualizzazione a raggi X e finte riprese video che in realtà servivano a valutar dimensioni ed ingombri reali oltre al fattoche consentiranno di capire dove poter incidere per smontare il monumento.
Inoltre questi personaggi hanno calcolato il tempo residuo di sopravvivenza del nostro simbolo cittadino e rallentato volutamente i restauri per giustificare l’imponente operazione che da pochi giorni è stata avviata in silenzio, sotto la maschera di lavori urgenti, ma senza stravolgimenti.
Ed invece entro qualche settimana ci porteranno a conoscenza dei veri problemi in cui versa l’Arco e dell’imminente necessità di smontarlo per poterlo restaurare e riparare lì dove vi sono le lacerazioni più profonde.
Ritengo sia il caso di far sentire la nostra voce forte e coesa, non possiamo restare inermi anche stavolta in vista dell’ennesimo sopruso che, come cittadini beneventani, stiamo per subire.
E lasciatemelo dire senza remore che se nel corso tempo tutte le fantomatiche iniziative per far evolvere il turismo cosi detto culturale fossero state realmente intraprese, oggi non saremo qui a disperarci per la perdita del nostro monumento per eccellenza.
martina.folderelli@yahoo.it
Benevento, 1 aprile 2013
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