In Italia la politica non si pensa con la testa ma con il Capo. I tre partiti che contano sono delle sette. Il Pdl è la setta dei camerieri. Il Pd è la setta degli sconfitti. Il M5S è la setta dei grillini. I camerieri prendono ordini, anzi, ordinazioni dal Capo. Non possono fare altro perché il loro destino dipende interamente da lui: se lui non ci fosse, loro non esisterebbero. Gli sconfitti sono nostalgici della sicurezza della loro fallimentare ideologia, tanto da cullarsi nell’idea falsa e bugiarda di riuscire a vincere le elezioni richiudendosi nel recinto della sinistra e della Cgil lasciando gli altri – la maggioranza – fuori e così pensando e facendo perdono sistematicamente tutte le elezioni. I grillini pendono dalle labbra di Grillo e vedono in Casaleggio una divinità dai capelli alla Branduardi.
La vita delle sette è alimentata dall’adorazione del Capo che per definizione ha sempre ragione. Le sette hanno in sé, chi più chi meno, qualcosa di totalitario che estromette la realtà a tutto vantaggio del proprio credo. Per i camerieri, Silvio Berlusconi non è un uomo come tutti gli altri ma un Superuomo capace di fare miracoli. In questo i camerieri hanno le loro ragioni che lo stesso Capo ha già da tempo immemore riassunto così: “Erano delle zucche e li ho trasformati in parlamentari”. Per i camerieri gli interessi del Capo sono fondamentali e a nessuno verrebbe mai in mente di metterli in discussione o addirittura di far notare che non coincidono con gli interessi della nazione. Chi lo ha fatto, ha fatto sempre brutta fine.
Anche per gli sconfitti il segretario del partito è qualcosa di più di un uomo. Tra lui e il partito c’è quasi identità e il partito, come il moderno principe gramsciano, è una chiesa che ha in sé un po’ tutta l’umanità e sicuramente il meglio degli uomini e delle donne. Non è dunque il partito che si deve adeguare e adattare alla società ma, al contrario, è la società che deve adeguarsi e adattarsi al partito. E se non si adegua, beh, peggio per la società. Il governo di minoranza che Pierluigi Bersani persegue cercando un’intesa con Grillo è la prosecuzione di una linea politica smentita dal voto popolare. Il leader del partito che diceva di guardare i suoi avversari con il binocolo, in qualunque altra democrazia si sarebbe già dimesso per favorire così il ricambio e la circolazione di idee ed èlite. Da noi, invece, si pretende, come fanno i “giovani turchi”, che il perdente faccia finta di essere vincente e vada al governo.
Per i grillini Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sono dei maghi o profeti che annunciano un nuovo mondo in cui nulla sarà più come prima, sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. I grillini ritengono di venire non solo da un altro pianeta, ma addirittura da un’altra Italia e pensano se stessi come un corpo mistico del tutto diverso e distinto dalle altre sette che non solo devono andare a casa ma anche convertirsi al nuovo modello di vita annunciato dai loro profeti.
La setta è l’esatto opposto di un partito politico. La vita dei partiti politici è alimentata dai problemi della società, dal pensiero politico, dalla lotta e dalla dialettica e ha come suo riferimento imprescindibile le cose reali che accadono. La vita politica italiana ha perso del tutto questi caratteri che, purtroppo, non si ritrovano neanche nel giornalismo, sempre più fideistico e settario.