C’è stato un tempo, non molto tempo fa, in cui Matteo Renzi era un problema. Oggi è diventato la soluzione. C’è stato un tempo, non molto tempo fa, in cui Matteo Renzi era un intruso. Oggi è diventato “uno dei nostri”. Uno del secolo scorso, Antonio Bassolino, ad esempio, sostiene che «bisogna salvare il soldato Renzi». Eppure, non molto tempo fa, proprio Bassolino alle primarie – che sono quelle votazioni interne che la sinistra vince prima di perdere le elezioni politiche – votò per Pier Luigi Bersani. Oggi, sempre oggi, proprio Bassolino spiega che a nessuno deve venire in mente di dire, come ai tempi del Pci, che la linea del partito era giusta ma la sua applicazione inadeguata. Ma recuperando l’ex rottamatore e salvando il soldato Renzi non si sta facendo proprio questo? Non si sta ancora una volta sostenendo che la linea del partito era giusta mentre era sbagliata solo la sua applicazione?
Il soldato Renzi sarà salvato ma dopo le primarie, dopo le secondarie, dopo essere arrivati prima senza vincere – in pratica dopo aver perso – Renzi è ancora Renzi? Il problema è già cambiato. Perché qui davvero “tutto scorre” e nel mondo della comunicazione, che si è mangiato la politica e la cosiddetta “politica del fare”, conta solo ciò che è nuovo, che una volta detto e annunciato dovrà essere contraddetto e superato dal nuovo nuovo. La tendenza fondamentale del nostro tempo – direbbe Emanuele Severino – è il tramonto di tutte le cose perché non c’è più niente che sia Intramontabile. La comunicazione, che grazie all’astuzia della ragione politica, ha risolto in sé ogni contenuto e ogni possibilità d’azione, è lo “spirito del mondo”. Una volta, molto tempo fa, lo spirito del tempo era a cavallo, dalle parti di Jena. Oggi lo spirito del mondo è a cavallo dei social network a metà strada tra la casa di Grillo e quella di Casaleggio.
Certo è che un uomo forte o un governo forte o un partito forte o, insomma, qualcuno o qualcosa in grado di fare qualcosa potrebbe risolvere tante cose. Lo stesso Matteo Renzi, con la sua gioventù, con la sua freschezza, con le sue idee innovative avrebbe modo di svecchiare la sinistra e di introdurre in tutta la politica italiana aria fresca e soprattutto credibilità. Tuttavia, la nuova credibilità di Renzi e la sua innovazione dove dovrebbe passare se non in quella comunicazione in cui ogni cosa vale quanto l’altra ed è contraddetta dalla successiva? La politica di Renzi, che non a caso è già diventato l’ex rottamatore, dove dovrebbe passare se non in quella comunicazione in cui la politica si spoliticizza perdendo le sue finalità e diventando solo un mezzo per comunicare altro?
Questa macchina infernale, che svaluta il mondo reale nel quale pur continuano a vivere le nostre vite e i nostri corpi, è per metà “spirito del tempo” – l’aria stessa che respiriamo, il clima che viviamo – e per metà il cervello che la politica della Seconda Repubblica si è bevuto liquidando la realtà dei fatti e con essa se stessa. La comunicazione, che ha in sé una vocazione totalitaria, da mezzo è diventata il fine. E la fine di tutto. Fino a quando non saremo in grado di ristabilire un ordine o un equilibrio tra i mezzi e i fini, nulla più è destinato a durare. Il mondo oggi è più caduco e canuto di quanto non sia mai stato. Lo stesso ringiovanimento lo incanutisce.
(tratto da Liberal)