Pensare che Nicola Cosentino sia uscito di scena definitivamente è da stupidi. Se non è sulla scena, Cosentino è dietro la scena. Non è dietrologia. Tutt’altro. E’ cronaca. E’ iniziata la settimana decisiva per le elezioni politiche che per Cosentino sono le più importanti. Senz’altro più importanti delle elezioni del 2001 che diedero a Silvio Berlusconi e alla Casa della libertà – un secolo fa – una schiacciante e facile vittoria sul centrosinistra del povero Francesco Rutelli. Più importanti delle elezioni del 2006 in cui – lo ricorderete – proprio Caserta fu protagonista di un caso elettorale decisivo e tutta la Campania fu determinante per quel risultato che fu un pareggio e che l’Unione volle vedere stoltamente come una vittoria. Due anni dopo si andò ancora al voto e quella del 2008 fu la vittoria più ampia di sempre per Berlusconi che si apprestava a celebrare il suo voto inutile e il suo troppo inutile trionfo. Anche in quella grandissima vittoria Cosentino fu importante perché con i suoi voti e il suo potere si apprestava a dare, anche se proprio non avrebbe voluto, la Regione Campania a Stefano Caldoro. Tuttavia, il voto di domenica e lunedì è tutta un’altra storia. E’ per Cosentino il suo personale appuntamento con la storia. Lui non c’è ma allo stesso tempo c’è. C’è con i suoi candidati, c’è con i suoi voti, c’è con la sua voglia di non mollare, c’è persino con i suoi guai giudiziari.
Prima di tutto c’è da segnalare un paradosso. I candidati che di fatto sono già deputati, sono dalla parte di Cosentino. Mentre i deputati che non ci sono più e sono rimasti al palo non erano tutti dalla parte di Cosentino. Queste elezioni, dunque, hanno la loro relativa importanza perché delineeranno una nuova mappa del potere politico in provincia di Caserta. In questa nuova mappatura, proprio Cosentino gioca ancora un ruolo decisivo con la conferma di suoi uomini e donne, con l’ingresso di alcune novità e con l’idea – solo in parte tramontata – di rinnovare i volti della politica casertana radicandola ancor meglio sul territorio. In questa prospettiva, che favorirà altri cambiamenti, la parabola ascendente di Angelo Polverino è destinata a imboccare la parabola discendente. Il gruppo storico dei deputati che provenivano dall’ex Alleanza nazionale – qui davvero siamo nel secolo scorso – si è dissolto e anche Polverino sarà costretto a pagarne il fio. La sua forza è anche la sua debolezza: è una macchina da voti che esaurisce la sua forza in se stessa. Rispettando il nome di Polverino è destinata a polverizzarsi per assenza di guida e prospettiva.
Chi è realmente e politicamente Nicola Cosentino a Caserta e in Campania? In due parole: il politico che ha creato e condotto Forza Italia alla vittoria e, sia pure nella sua fase calante, ha vinto sul potere bassoliniano. La sua autorevolezza e il suo seguito dipendono da questa storia e da un particolare caratterizzante che ho già segnalato su queste colonne: Cosentino è stato escluso dal voto ma non è stato sostituito perché le sostituzioni in politica avvengono solo attraverso una sconfitta sul campo. Non c’è un uomo politico, né nelle istituzioni né nelle liste, che sia in grado di raccoglierne l’eredità o di sostituirlo. Nessuno è in grado di presentarsi agli elettori e dire: “Cosentino non c’è più. Ci sono io”. Così Cosentino è tutt’ora, lo si voglia o no, lo si sappia o no, lo si ammetta o no, un punto di riferimento. Così Cosentino già da qualche giorno ha fatto sapere di esserci.
I prossimi giorni saranno decisivi. La campagna elettorale entrerà nel vivo. Diventerà dura. I duri cominceranno a ballare. Cosentino balla da solo. Il suo obiettivo non è stravincere. E’ vincere per dimostrare due cose: io ci sono e chi voleva sostituirmi non è in grado di farlo. Una classica e legittima operazione per marcare il territorio. Il coordinatore del Pdl, Francesco Nitto Palma, è semplicemente sintonizzato sulla lunghezza d’onda dell’ex coordinatore del Pdl. Non dovrebbe essere così, dal momento che Cosentino è uscito di scena. Ma è così perché Cosentino è solo dietro la scena senza fare scena.
Resta un’incognita. Cosa faranno i magistrati dopo l’elezione del nuovo Parlamento? Una volta chiuse le porte di Montecitorio, per Cosentino si apriranno le porte della cosiddetta custodia cautelare? Insomma, sarà ancora in libertà e potrà affrontare i processi da uomo libero o per cautela sarà “custodito”? La decisione sarà fatta dai magistrati che dovranno chiarire se i motivi per attuare la custodia cautelare sono ancora validi o no. Lui stesso, Cosentino, nella conferenza stampa, ha detto con chiarezza: “Arrestatemi dopo il processo e non prima”. Difficile dargli torto: la sequenza giusta è “processo, condanna, arresto” e non “arresto, condanna, processo”. Ci sarebbe da aggiungere che lo stesso partito di Cosentino ha rinunciato alla battaglia anti-giustizialista e ha lasciato a casa “il capo degli impresentabili”. La battaglia di Berlusconi per una giustizia giusta finisce là dove iniziano i sondaggi. Anche qui Nicola Cosentino balla da solo.
(tratto da Il Casertano)