C’è un elemento della campagna elettorale che, a differenza dei programmi, non è a disposizione di tutti: la credibilità. Silvio Berlusconi, tanto per fare un esempio, definisce il voto a se stesso come “voto utile” ma si dà il caso che la storia dei numerosi e precedenti “voti inutili” lo smentisca seccamente. In questo caso, cosa manca a Berlusconi? La credibilità. L’altro “voto utile”, sempre a detta del Cavaliere, è quello dato alla coppia Bersani-Vendola. Ma, a parte la curiosa sponsorizzazione berlusconiana dello schieramento antiberlusconiano, è evidente il duo Bersani-Vendola corrisponde al vecchio duo Prodi-Bertinotti che di sé diede ampia dimostrazione di non riuscire a governare. Anche in questo caso ciò che fa difetto è la credibilità. I due voti utili sono in realtà, presi isolatamente, due voti futili: la loro inutilità non è smentita dagli avversari ma da se stessi. E’ la loro storia passata che parla negativamente per la loro politica presente e il governo futuro. E’ questo uno dei motivi fondamentali che spinge Berlusconi a rifiutare l’invito al confronto televisivo tra i candidati avanzata da Mario Monti.
Tra le invenzioni negative del marketing politico e comunicativo della Seconda repubblica c’è il ricettario. I candidati, attraverso la televisione e il talk show, si presentano agli elettori e declamano ciò che vogliono fare. Ma in politica volere non è potere. Ciò che è centrale e indispensabile in politica è la realtà di fatto: il politico deve conoscere la situazione e di conseguenza sapere cosa è utile fare e cosa no. Purtroppo, Berlusconi a destra e i leader che si sono alternati a sinistra hanno sempre negato la realtà, nascondendola sotto bugie ideologie e promesse, e i governi che si sono susseguiti nel “ventennio bruciato” si sono dedicati – per dirla con una metafora tanto cara a Bersani che va benissimo anche per Berlusconi – a pettinare le bambole. La negazione, il mascheramento e la manipolazione della realtà non produce una politica utile ma una politica inutile. La destra berlusconiana e la sinistra bersaniana sono, alla lettera, incredibili: non hanno credibilità.
Ma la incredibilità della destra e della sinistra si rivela tale anche quando il programma è giusto. Perché non basta avere una buona idea per poterla ben concretizzare. Cosa debba fare il governo prossimo venturo lo sanno tutti ma non tutti sono in grado di farlo. La destra e la sinistra sapevano bene cosa era necessario fare eppure i loro governi non sono serviti a sbloccare l’Italia ma a bloccarla. La destra e la sinistra, purtroppo, prese in se stesse sono due coalizioni anti-riformatrici che hanno trasformato un buon metodo di governo – l’alternanza – in una camicia di Nesso in cui l’Italia è intrappolata. Anche in questo caso il “voto utile” è nella realtà dei fatti il “voto inutile”. Perché ci possa essere utilità politica ci deve essere credibilità riformatrice. Non so se il confronto si farà e come, ma so che il confronto per capire chi è credibile e utile e chi no è già stato fatto dal passato relativamente remoto e prossimo della storia italiana.
(tratto da Liberal)