I candidati sanniti alle elezioni politiche cosa sono in grado di dire sul piano nazionale? A poco più di venti giorni dal voto non ho sentito nulla che valga la pena ricordare prima di recarsi al seggio. A parte le solite fesserie sull’Imu e sul reddito minimo garantito non ho sentito nulla che sia il frutto di un’autonoma elaborazione di pensiero e che abbia a che fare con lo Stato nazionale nell’ambito dell’unione europea. Mi piacerebbe ascoltare da almeno un candidato del Sannio un discorso asciutto e serio, responsabile e veritiero capace di dire che l’interesse principale da tutelare è quello nazionale perché è dalla difesa della comunità statale che passa la difesa delle comunità locali. Mi piacerebbe sentire che si è favorevoli alla fine delle Province (tutte), alla riduzione consistente della spesa pubblica, alla fine del finanziamento pubblico dei partiti, al controllo preventivo sulle spese degli enti locali. Purtroppo, nessun candidato dirà nulla del genere, come nessun candidato dirà di voler riformare subito la legge elettorale con il cui meccanismo è stato messo in lista.
Cosa dicono allora i candidati? Niente. Ripetono come i pappagalli la pappardella propagandistica che hanno detto loro di propalare all’infinito, fino a quando avranno il sufficiente pelo sullo stomaco per non vomitarsi addosso. Il candidato sannita si limiterà a miscelare la pappardella del suo partito con la difesa del territorio. Così se la prima è una stupidaggine, la seconda è una castroneria. Nessun candidato sannita oggi è in grado di garantire alcunché sul Sannio. E, aggiungo, per fortuna. Il tempo in cui il deputato di zona era una sorta di avvocato difensore del territorio con l’incarico di girare i ministeri e portare più soldi possibile e altre risorse – uffici, impieghi, finanziamenti – al suo assistito o al suo cliente è finito. Non lo so se questa cosa è stata capita o no (intendo dire se è stata capita da voi che mi usate la gentilezza di leggere queste righe). Però, se vi girate un po’ intorno e date uno sguardo ai dati della disoccupazione, ai bilanci degli enti locali, alle aziende che chiudono un’idea realistica della faccenda ve la potete fare.
Le elezioni viste dal Sannio sembrano meno coinvolgenti. Anche quando a Piazza Castello c’era Grillo non ho visto un grande interesse per la verve e la passione del comico che si è fatto politico. Il Sannio non è né terra di protesta né terra di proposta. Il Sannio è ministeriale. In fondo, in questo è perfettamente in linea con il Mezzogiorno e soprattutto con la Campania. Qui son tutti filogovernativi. Non è importante chi sia al governo. Importante è stare sul carro o, se la metafora più vi aggrada, l’importante è mungere la vacca. Ma quando non c’è più nulla da mungere che si fa? E’ questo che vi suggerirei di chiedere ai candidati: “Scusi, ma lei è sicuro che la vacca abbia ancora latte da mungere?”.
Il dramma del Sud è che ha sempre espresso voti ministeriali, i voti per la vacca e i suoi mungitori. Ma quando il governo è costretto, lo vogliano o no i partiti, non a mungere ma a macellare la vacca, i voti ministeriali e dei cowboy sanniti a cosa servono? E’ qui che si apre il vero dramma. Perché il patto tacito tra i ministeriali eletti e i ministeriali elettori non salta per aria, come sarebbe giusto e persino fisiologico, ma è riformulato con l’unica riforma che tutti conoscono, conservatori e progressisti: l’abbassamento del livello di contrattazione del patto. Poi, l’emigrazione fa il resto, cioè la parte seria.
Ti invio il mio intervento in occasione della presentazione delle liste IO AMO L’ITALIA
Antonio Velotti candidato al senato. grazie
Signore elettrici, signori elettori, presidente Allam, amici candidati buona sera. Sono onorato di condividere con voi questa mia esperienza elettorale al servizio della collettività. Ringrazio gli amici di Ideale Popolare che stanno sostenendo questa scelta determinata dal carisma del nostro candidato presidente MAGDI CRISTIANO ALLAM che con la sua linea sta ridando a noi cattolici la giusta coesione.
Leggendo il programma elettorale di IO AMO L’ITALIA mi sono detto subito d’accordo circa la revisione ed abolizione di tanti enti che sono solo carrozzoni per sperperare soldi pubblici. Il tempo degli sprechi è finito. La “Res Pubblica” è una cosa seria : nel corso degli anni quante assunzioni pre elettorali,quante pensioni ed accompagnamenti assecondate, quante concessioni in nome della politica? ed ora tutti gridiamo a Fornero a Monti o a chi altro. Bisogna prendersela con noi stessi che siamo stati orbi o egoisti o menefreghisti o meglio pigri. È giunto il momento di darsi una “smossa”,
azzeriamo tutte le amministrazioni,
ai parlamentari delle precedenti legislature solo una pensione minima,
attuiamo la riforma elettorale con l’uninominale e ridotto numero di eletti,
mettiamo un tetto agli stipendi, ma seriamente così come hanno portato a 42 anni di contribuzione l’età pensionabile fermiamo gli stipendi a quota 6600 netti,
riduciamo le tasse a chi prende meno di 1000 euro/mese.
Così si può ipotizzare una riforma equa e solidale e non quella del Professore.
Il voto non ha più valore , chi va ad esercitare un suo diritto- dovere non ha più dignità grazie sempre ai soliti noti che devono dividersi tutto e continuano ad affamare la povera gente
BASTA È ORA DI CAMBIARE .
Gli elettori devono riappropiarsi della loro dignità devono poter scegliere liberamente da chi farsi amministrare.
Non possiamo più assistere a scene disgustose, fanno allontanare tutti.
Dobbiamo far ritornare tutti a votare e ancora meglio la società civile si deve sentire libera di proporsi di candidarsi per ribadire che l’essere eletti amministratori di una città o di una provincia o della Regione o della Nazione non è un centro di potere personale bensì deve intendersi come mandato di rappresentanza(qual’è) da esercitarsi in nome di tutti gli elettori a favore di tutta la comunità (non famiglia o comparaggio).
Siamo al capolinea. E’ giunta l’ora di scendere, dare spazio al nuovo, al popolo che sceglie i propri rappresentanti .
-Noi auspichiamo un popolo libero,
rispettoso delle leggi con amministratori degni di tale nome per poter ritornare competitivi in tutti i settori considerate le nostre tradizioni, la nostra cultura (messa sotto i piedi) la nostra storia.
Noi non abbiamo rendite, terreni, appartamenti, conti in banca, auto di lusso, vizi smodati.
Noi abbiamo la dignità di venirvi ad incontrare nelle vostre case, nei momenti del vostro lavoro, per strada perchè noi non vi promettiamo niente
se non la difesa della vita, della famiglia, il ritorno alla legalità ed equità fiscale,
il superamento delle differenze restituendo a tutti la dignità di essere italiani .
IO AMO L’ITALIA non deve restare il nome di una lista deve diventare la nostra forza di cambiamento, deve essere la voce di quelli che hanno deciso di non votare per ribaltare tutte le previsioni di quelli che hanno scelto il posto-sicuro. GRAZIE